Dossier Immigrazione: un fenomeno strutturale

La comunità romena è la più numerosa nel nostro Paese, con poco meno di un milione di presenze; seguono albanesi e marocchini di Alb. Col.

All’inizio del 2010 l’Istat ha registrato 4 milioni e 235 mila residenti stranieri, il 7% del totale della popolazione. Secondo la stima del Dossier, includendo tutte le persone regolarmente soggiornanti, le presenze sono 4 milioni e 919 mila (1 immigrato ogni 12 residenti).

Il fenomeno dell’immigrazione in Italia è strutturale e riveste per la società implicazioni demografiche, che si ripercuotono anche sul piano interculturale. Sono circa 250 mila i matrimoni misti contratti tra il 1996 e il 2008; più di mezzo milione di persone hanno acquisito la cittadinanza, al ritmo di oltre 50 mila l’anno; oltre 570.000 stranieri sono nati direttamente in Italia; quasi 100 mila arrivano a essere i figli di madre straniera ogni anno; più di 100 mila gli ingressi per ricongiungimento familiare.

In un’Italia alle prese con un elevato e crescente ritmo di invecchiamento, dove gli ultrasessantacinquenni superano già i minori di 15 anni, gli immigrati sono un fattore di parziale riequilibrio demografico, influendo positivamente anche sulla forza lavoro.

Secondo gli autori «i contatti quotidiani in azienda e nei luoghi di socializzazione, la scuola, l’associazionismo, il volontariato, la pratica religiosa, le famiglie miste stanno facendo dell’immigrazione una realtà organica alla società italiana».

La collettività romena è la più numerosa, con poco meno di 1 milione di presenze; seguono albanesi e marocchini (circa mezzo milione), mentre cinesi e ucraini sono quasi 200 mila. Altre collettività, originarie dei più diversi paesi del mondo, sono piccole o medie. Gli europei sono la metà del totale, gli africani poco meno di un quinto e gli asiatici un sesto, mentre gli americani incidono per un decimo.

Diversi gruppi nazionali sono insediati soprattutto nelle città, come i filippini, i peruviani e gli ecuadoriani. Altri, come gli indiani, i marocchini o gli albanesi, preferiscono i comuni non capoluoghi.

L’insediamento è prevalente nel Nord e nel Centro, ma anche il Meridione è coinvolto nel fenomeno, rappresentando un’area privilegiata per l’inserimento di alcune collettività: è il caso degli albanesi in Puglia, degli ucraini in Campania o dei tunisini in Sicilia.

26 ottobre 2010

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