Don Vecchiarelli: «Mi disse “Domani entro in seminario”»

Il parroco di San Timoteo racconta la sua adolescenza a Buenos Aires insieme al giovane Jorge Mario Bergoglio, oggi Papa Francesco: «Prima del conclave lo ha chiamato mia sorella, ci aveva promesso di farci visita» di Giu. Ro.

Monsignor Lorenzo Vecchiarelli, classe 1937, dal 1991 è il parroco di San Timoteo. Ma prima di arrivare alla comunità di Casal Palocco ha girato mezzo mondo: nato a Mogadiscio, in Somalia, alla fine degli anni Cinquanta ha vissuto a Buenos Aires insieme con la famiglia. E qui, nella capitale argentina, ha conosciuto Papa Francesco, allora semplicemente Jorge Mario Bergoglio, un ragazzo come tanti.

«Ci vedevamo in gruppo – racconta – io, mia sorella, Jorge, suo fratello Luís, la loro sorellina più piccola. Avevamo circa vent’anni e andavamo insieme alla feste, in giro per il quartiere. Ci divertivamo». A legare il parroco al nuovo pontefice anche la passione per il calcio: «Eravamo entrambi tifosi della San Lorenzo de Almagro, la squadra fondata dal salesiano Lorenzo Massa».

Monsignor Vecchiarelli descrive il Santo Padre come una persona «seria, profonda, riservata». «Una volta – ricorda – eravamo a una festa ma lui se ne stava in disparte. Ci avvicinammo e gli chiedemmo: “Jorge, ma cos’hai?”. E lui rispose: “Domani entro in seminario”». Fu così che il giovane argentino iniziò il cammino presbiterale. E l’anno successivo l’amico arrivato dall’Italia ne seguì l’esempio: «Io entrai a far parte dei salesiani», dice il parroco di San Timoteo.

Prima dell’inizio del conclave i due si sono risentiti. «Lo ha chiamato mia sorella; ci aveva promesso di venire a farci visita una volta terminati i lavori. Non si aspettava di essere scelto». Adesso sarà più difficile incontrarsi, ma don Lorenzo spera di riuscirci. «Andremo a trovarlo in udienza e magari, un giorno, verrà a San Timoteo».

15 marzo 2013

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