Domenica 31 maggio la Colletta nazionale per le famiglie disagiate

Il primo passo per la costituzione di un fondo nazionale straordinario di garanzia che sarà operativo dal 1° settembre, gestito attraverso la rete della Caritas di Federica Cifelli

È dedicata alla famiglia la colletta nazionale indetta in tutte le chiese italiane per domenica prossima, 31 maggio. A quelle famiglie in difficoltà che hanno perso il loro unico reddito e con tre figli a carico oppure segnate da grave malattia o disabilità. Per loro la Conferenza episcopale italiana ha scelto di istituire, con il concorso operativo dell’Associazione bancaria italiana, un fondo nazionale straordinario. L’obiettivo: costituire un capitale a garanzia degli interventi di finanziamento da parte degli istituti di credito che aderiranno all’iniziativa. Si tratta, ha dichiarato il presidente, il cardinale Bagnasco, presentando l’iniziativa ai giornalisti, di «un segno e insieme uno strumento di speranza per attraversare la crisi e non soccombere a essa». Mettendo al centro la famiglia, «chiamata a essere lievito per l’intera comunità».

Lo sottolinea in una lettera indirizzata a tutti i parroci della diocesi il direttore della Caritas romana monsignor Guerino Di Tora. Oggi, commenta, «le famiglie sono le più esposte alla crisi. È un dato che dal nostro osservatorio tocchiamo con mano in tutta la sua complessità: nell’aumento sempre crescente di quanti chiedono l’accesso all’Emporio della solidarietà, che già aiuta nella spesa 800 nuclei familiari; nella presenza sempre maggiore di famiglie italiane che vengono a mangiare alle nostre mense; nelle tante richieste di aiuto che riceviamo direttamente o indirettamente, attraverso i Centri d’ascolto parrocchiali». A questa, che è «una situazione nuova», occorre dare «risposte nuove di solidarietà». Ricorda l’Apostolo Paolo che organizza la colletta per i poveri di Gerusalemme, monsignor Di Tora, e rinnova l’appello a una «teologia della prossimità» che traduca in gesti concreti il farsi carico dei bisogni degli altri. A partire da quelli economici. «L’invito dei vescovi – si legge ancora nella lettera – è una proposta che interroga la nostra quotidianità: le relazioni, i consumi, la riscoperta di uno stile di vita che si concretizza in nuova solidarietà».

La colletta di domenica prossima dunque – che già nei termini richiama uno stile ecclesiale di attenzione ai più deboli caratteristico già della Chiesa delle origini – sarà il punto di partenza. Per essere efficace infatti il fondo richiede un investimento di 30 milioni di euro. In più, sarà possibile implementarlo in ogni momento con libere offerte, elargizioni e contributi anche da parte di privati, fondazioni, aziende e altri soggetti. Quindi spetterà alle parrocchie indirizzare i possibili destinatari alla Caritas diocesana, che attesterà la presenza dei requisiti richiesti per indirizzare poi le persone alla banca che concederà il prestito.

Il contributo massimo sarà di 500 euro al mese per un anno, per un totale di 6mila euro, e potrà essere prorogato per un secondo anno. «La restituzione – ha spiegato il cardinale Bagnasco in una lettera ai vescovi di tutta Italia – inizierà nel momento in cui la famiglia disporrà nuovamente di un certo reddito e comunque non prima di uno o due anni, e avrà la durata massima di 5 anni». Con un tasso di interesse commisurato al 50% del livello medio attuale, pari al 4,5%. A fare da “tesoriera” per il capitale depositato sarà la “Banca prossima”, che svolgerà un ruolo tecnico di servizio alle altre banche.

Il fondo sarà operativo dal 1° settembre 2009. Al momento della chiusura il capitale residuo sarà assegnato alle Caritas diocesane per finanziare altri interventi a sostegno delle famiglie.

22 maggio 2009

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