De Chirico e la tensione imitativa

Alla Galleria Nazionale d’arte moderna e contemporanea la mostra che, attraverso 100 opere del pittore italiano, riapre il dibattito sul valore della copia, sia pure d’autore di Francesca Romana Cicero

La fantasia è immaginare cose non viste? In polemica con le scelte operate dalle avanguardie e da tanta arte contemporanea, de Chirico pare aver rinunciato, per sua stessa ammissione, a una creatività pura per trasferire sulle sue tele, in dimensioni spazio-temporali imprevedibilmente soggettive, immagini “già viste” sovrapposte e assemblate a illusioni, divagazioni oniriche e antiche memorie mitologiche e architettoniche della sua amata Grecia.

Ricostruita è questa sua inclinazione all’imitazione dei grandi maestri del passato, spinta paradossalmente fino all’auto-citazione, nella mostra da poco inaugurata alla Galleria Nazionale d’arte moderna e contemporanea: de Chirico e il Museo. Esposizione che riapre un dibattito sul valore e l’importanza attribuibile a una copia, sia pure d’autore; dibattito che non aveva risparmiato al pittore ancora in vita giudizi severi e fraintendimenti da parte di certa critica.

L’itinerario espositivo, che intende evidenziare con 100 opere, tra dipinti e disegni, l’antimodernismo di de Chirico nel recuperare lo spazio museale inteso come luogo di conservazione dell’antico – in tempi in cui lo si voleva distruggere al pari delle biblioteche – si configura a sua volta come una sorta di museo immaginario, costituito da opere che l’artista aveva presso di sé, oggi suddivise fra le due istituzioni organizzatrici dell’evento, la Soprintendenza alla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea e la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico. Museo immaginario in cui de Chirico assimila e adotta il vecchio insegnamento dell’Accademia, ovvero che per imparare a disegnare bisogna saper copiare, ripetere innumerevoli volte lo stesso soggetto. Del resto, non considerando “altra” l’arte contemporanea, il pittore, convinto assertore che sia non il soggetto prescelto ma il talento a determinare un capolavoro, ha creato immagini antiche sotto una veste nuova. Nulla è generato dal nulla: poesia e mistero allora toccano, avvolgono e accompagnano nuovi miti calati in un universo misterioso di colori ed oggetti sparsi, che spesso danno luogo a speculazioni filosofiche e metafisiche.

Il percorso, articolato in sei sezioni tematiche, è percorribile in entrambe le direzioni data la ciclicità anacronistica della sua pittura, che mai ha rinnegato intenti e visioni del passato anche inquietanti. Da segnalare la sezione dedicata a Rubens, che peraltro condivideva con de Chirico “la tensione imitativa” (Guttuso) – considerato dall’artista il maestro per eccellenza per la potenza del segno -, e la sezione nella quale è esposta la scultura (l’unica) di grande impatto visivo: gli archeologi. Scultura – esaltata dalla scenografica collocazione prevista all’interno dell’allestimento-, che rimanda ad un tema più volte rivisitato dal pittore: due manichini che portano in grembo rovine, solidi, giocattoli e memorie; manichini senza volto e dalle gambe cortissime, seduti su bassi sedili e malinconicamente comunicanti tra loro.

Nel prologo della mostra è documentato il rapporto intessuto da de Chirico con la Galleria nazionale d’arte moderna. Rifacendosi a un articolo del 1919, sono contrapposti i “cattivi” e “buoni” artisti, rispettivamente condannati o apprezzati dal pittore in occasione di una sua visita alla Galleria.

De Chirico e il Museo, Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, Viale delle Belle Arti 131(Ingresso per disabili: via Gramsci 73). Fino al 25 gennaio. Catalogo Electa: 35 euro in mostra. Orario: martedì – domenica dalle 8.30 alle 19.30 (la biglietteria chiude alle 18.45). Chiusura il lunedì. Biglietto: Intero 9 euro, ridotto 7 euro; ridotto per i cittadini UE fra i 18 e 25 anni; gratuità per i cittadini UE sotto i 18 e over 65 anni; ai visitatori di Stati non facenti parte dell’UE si applicano le disposizioni sull’ingresso gratuito a condizione di reciprocità. Informazioni tel. 06.32298221 – fax 06 3221579; Visite guidate 06.32298451.

25 novembre 2008

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