Crisi della sanità, la visita di Alemanno al Gemelli
Il sindaco conferma l’impegno di Roma Capitale per tutelare le strutture romane. Sbloccati intanto 5 milioni di fondi per i dipendenti dell’Idi, mentre continua la protesta del Cto di R. S.
«Roma non può fare a meno del Gemelli». Lo ha detto il sindaco Gianni Alemanno visitando ieri, 10 dicembre, il policlinico universitario, tra le strutture sanitarie colpite dai recenti tagli alla sanità. Per Alemanno, «va riconosciuta la specificità di questa struttura sanitaria che, pur essendo privata, svolge le stesse funzioni del pubblico, con costi minori e risparmio su tutte le prestazioni». Di qui lo «straordinario vantaggio» per Roma e per i suoi cittadini, «ma anche per gli equilibri economici della Regione Lazio: non si può non difendere una struttura del genere».
Alemanno ha ricordato la storia recente della struttura, che già prima dell’arrivo del commissario Bondi aveva chiuso un accordo di risanamento con la Regione Lazio per 532 milioni. «Adesso – ha osservato il sindaco – in base al taglio del 7% praticato a tutte le strutture non pubbliche, si chiede a questa struttura di risparmiare 29 milioni ogni 6 mesi per un totale di 58 milioni l’anno. Uno sforzo impensabile». Soprattutto visto il credito di circa 1 miliardo di euro in termini di liquidità che l’ospedale vanta rispetto alla Regione.
Del Gemelli e non solo si parlerà venerdì nell’incontro annunciato da Alemanno con il commissario straordinario della sanità nel Lazio Enrico Bondi nella sala della Protomoteca. «Stiamo facendo un lavoro di pressing forte per tutelare la sanità di questa città – ha sottolineato il primo cittadino -. Andremo avanti con determinazione perché non vogliamo che venga distrutto questo patrimonio incredibile».
Per ricordare al commissario Bondi che «la salute non si tocca» e per dire no alla chiusura del Centro traumatologico ortopedico hanno manifestato in centinaia, oggi, sotto la sede della Regione, in via Cristoforo Colombo. Ai lavoratori del Cto ha fatto arrivare la sua solidarietà anche il presidente della Provincia Nicola Zingaretti: «Non è giusto che si scarichino su di loro gli effetti di un debito immenso e un cumulo di inefficienze irrisolte in questi anni. Dobbiamo voltare pagina – ha detto – per costruire quello che oggi manca: un modello regionale di sanità». Nel Lazio, secondo il presidente, «c’è stato un approccio ragionieristico sul tema del piano di rientro, ma mai una visione su come migliorare i servizi senza che questo significhi semplicemente chiudere. Non è così, la parola d’ordine non deve essere “chiudere” ma “trasformare”, non deve essere “licenziare” ma “valorizzare”. Deve esserci l’assillo di garantire il diritto alla salute che non può essere messo in discussione».
Intanto Palazzo Chigi ha fatto sapere che il commissario Bondi ha annunciato l’avvio della «procedura di liquidazione a favore dei 1.800 lavoratori dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata» (Idi), per un importo di circa 5 milioni di euro. L’annuncio dell’erogazione, che consentirà alla congregazione religiosa proprietaria dell’Idi di pagare almeno 2 mesi di salari, è giunto ieri, 10 dicembre, con un comunicato dello stesso Bondi. «Dopo l’incontro del 4 dicembre tra il commissario e le sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil e Ugl – si legge nel testo – il Tribunale fallimentare si è pronunciato a favore della liquidazione delle fatture relative al corrente maturato dal 24 ottobre».
11 dicembre 2012