Correggio in mostra alla Galleria Borghese

Esposti 60 capolavori dell’artista emiliano che testimoniano il suo rapporto con l’antico e con la monumentalità romana di Francesca Romana Cicero

Controverso è un presunto viaggio di Correggio (Antonio Allegri, 1489-1534), effettuato nel 1518 circa, nella Roma delle «terribili forme» di Michelangelo e della «perfetta espressione» di Raffaello (Mengs), data l’assenza di fonti che ne documentino la trasferta e di suoi dipinti che si siano imposti sulla scena della Città eterna come significativi termini di confronto o imitazione. E fu proprio la mancanza di una sua opera a Roma, il più grande palcoscenico del mondo nel ‘500, che probabilmente non rese paragonabile la sua fama a quella di Raffaello e Michelangelo. Un tempo scartata per accreditare la vivacità culturale del luogo di formazione dell’artista emiliano, l’ipotesi di un soggiorno di Correggio a Roma è avvalorata dall’analisi dello stile dell’artista, che pare trarre nuova linfa dal raffronto con la monumentalità romana trasposta su tela o presente nelle grandiose architetture della città.

Su quest’assimilazione dell’antico, di cui ha ricercato il vero, e non un mero insegnamento accademico, verte la mostra allestita alla Galleria Borghese: 60 capolavori, tra dipinti, disegni e opere, scandiscono un percorso ideale nel quale il pittore dell’indipingibile – epiteto attribuitogli per l’abilità nel raffigurare l’aria, il vapore, le nebbie e tutto ciò che è impalpabile ed inafferrabile – rivela i suoi mutamenti di stile e le sue fonti ideali, grazie anche all’accostamento di pezzi di scultura classica. Interessante evidenziazione dell’allestimento, percepibile tuttavia più dagli esperti che dal visitatore occasionale, che preferisce continuare a lasciarsi catturare dalla nota capacità di Correggio di comunicare sentimenti ed emozioni, in quanto i suoi quadri, come ebbe a ben dire Stendhal in una lettera a Balzac, indipendentemente dal soggetto che rappresentano, «avvincono l’occhio per una sorta di istinto».

Oltre ad evocarne la ben nota grazia, morbidezza delle forme, dolcezza e colorito (ovvero la capacità di fondere il colore con la luce), le opere presentate sono poste a confronto per la prima volta, consacrando Correggio artista sommo, a partire dalla “Danae”, di proprietà della Galleria – acquisto del cardinale Borghese in “riparazione”, insieme alla Paolina, della vendita della storica raccolta di marmi antichi a Napoleone – fino a “Giove ed Io”, con la sola eccezione delle inamovibili grandi pale d’altare e delle cupole, di cui sono presenti pregevoli disegni preparatori.

“Correggio e l’antico” c/o Galleria Borghese. Fino al 14 settembre. Mostra promossa dal ministero per i Beni e attività culturali, dalla Soprintendenza per il patrimonio storico artistico di Roma e per il polo museale romano diretta da Claudio Strinati. Curatore Anna Coliva, direttore della Galleria Borghese. Con il sostegno di Enel, Compagnia di San Paolo, Monopoli di Stato. Organizzazione MondoMostre. Catalogo, curato da Anna Coliva, edito da Federico Motta Editore. Biglietto: intero 11,50 euro, unico per mostra e Galleria Borghese, più diritto di prevendita. Prenotazione obbligatoria dato il “numero chiuso” alle visite della galleria. Prenotazioni: 06-32810 – www.ticketeria.it. Orari: dal martedì alla domenica dalle 9 alle 19; chiuso il lunedì.

1 luglio 2008

Potrebbe piacerti anche