Conclave, ancora fumo nero dalla Sistina

Poco dopo le 11.40 la fumata nera ha annunciato al mondo che la seconda e terza votazione dei 115 cardinali elettori non sono andate a buon fine. Nel pomeriggio altre due votazioni di Mariaelena Finessi

Il segnale atteso c’è stato ma, ancora una volta, è stato negativo: la nuova fumata nera delle 11,40 spiega infatti al mondo, cattolico e no, che i 115 cardinali chiusi in conclave non hanno ancora trovato un accordo sul nome del prossimo pontefice. A vuoto, dunque, anche le due votazioni della mattinata di mercoledì 13 marzo. I porporati torneranno a riunirsi alle 16.30 nella Cappella Sistina per altre due votazioni, e successiva fumata. La giornata, per loro, è cominciata intorno alle 6.30. Colazione e poi, alle 7.45, celebrazione eucaristica nella Cappella Paolina per poi accedere, alle 9.30, alla Sistina.

Intanto monta l’attesa in piazza San Pietro, dove i pellegrini e i turisti più coraggiosi sfidano la pioggia che, sebbene a intermittenza, continua a scendere su Roma. Dalla mattinata, in tanti si sono messi in fila ai controlli per accedere alla basilica ma anche chi sosta fuori, sulla piazza, viene spesso fermato. Come un ragazzo, raggiunto dalla polizia incuriosita dal sacco nero che si trascinava appresso. Nulla di preoccupante: erano solo i pezzi del cartellone che avrebbe montato ed esposto, di lì a poco, in caso di fumata bianca.

I giornalisti scommettono sui tempi di elezione del 266esimo pontefice mentre i fedeli lo fanno con i nomi dei papabili: circola sempre quello del cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano. Almeno così, secondo i pellegrini italiani. Gli altri, gli stranieri, “tifano” – come è normale che sia – per il porporato del proprio Paese. E se il numero delle bandiere che sventolano è il termometro del “Papa sperato”, allora il Brasile sembra primeggiare. A issarle sono soprattutto giovani sacerdoti venuti da Rio e i ragazzi della Comunità Shalom, tra gli organizzatori della prossima Giornata mondiale della gioventù che si terrà questa estate proprio nella capitale carioca. Non mancano i vessilli della Polonia, in ricordo dell’amato Wojtyla, quelli della Spagna e degli Stati Uniti. Una sola, invece, la bandiera italiana.

Mentre i più giovani intonano canti religiosi, non lontano 16 suore pregano sedute su piccoli sgabelli, sotto una pioggia battente. Appartengono alla congregazione delle “Piccole sorelle dell’agnello”. Solo tre di loro si proteggono con ombrelli, le altre indossano dei k-way a coprire malamente le vesti azzurre. I fotografi indugiano su quei volti bagnati. Qualcuna si spazientisce e chiede «un po’ di distanza» e «un po’ di rispetto».

Una telecamera del Centro televisivo vaticano è puntata su quel comignolo che svetta dai tetti della Cappella Sistina: è l’immagine che sta facendo il giro del mondo, anche grazie ai tanti smartphone e I-pad coi quali i turisti, i fedeli e i curiosi di passaggio che la pubblicano su Facebook, il social network che, in questi giorni, fa da cassa di risonanza a un evento davvero storico. Non solo per la Chiesa. Ad attendere il nome del nuovo Papa ci sono infatti anche gli uomini di governo di ogni angolo della terra: politici e diplomatici che dal capo del più piccolo stato al mondo, la Città del Vaticano, ascolteranno parole buone, su questioni economiche, sociali e quindi non solo religiose, anche per chi cattolico non è.

13 marzo 2013

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