Comunicare la serietà

Il dialogo autentico con gli altri è un’arte e anche un talento: presuppone una spiccata dote di quella che gli psicologi chiamano “intelligenza emotiva” di Elisa Manna

Comunicare è un’arte e anche un talento; presuppone una spiccata dote di quella che gli psicologi chiamano “intelligenza emotiva” che poi consiste nel saper velocemente intercettare i mille microsegnali che ci arrivano dall’Altro e altrettanto velocemente saper tener conto nella nostra espressività, nel nostro linguaggio e nei concetti che esprimiamo di questi segnali.

Ci sono alcuni, nello spettacolo, come nella politica, nel mondo degli affari come nelle accademie, che di questa capacità fanno la principale virtù: e questo non è certo un bene, perché la capacità di comunicare contiene un rischio: quello di trasformarsi in vuota e pericolosa seduzione. Ma se, invece, la capacità di comunicare è corollario di concetti forti e di idee chiare, allora si fa davvero un gran buon risultato.

Purtroppo, e questo bisogna ammetterlo a malincuore, mentre le persone di poca sostanza si allenano da sempre a comunicare bene (perché è la loro unica virtù), le persone di spessore sono spesso così consapevoli di sé da dimenticare di mettersi in ascolto dell’altro. E così scappa pure la parola sbagliata, l’offesa gratuita, la valutazione supponente.

Sferzare va bene, ma bisogna sempre ricordarsi che, se si vuole essere veramente efficaci, non bisogna superare certi limiti. L’impiegato cui si ripete che è un fannullone sarà portato ad esserlo sempre di più, perché, se chi dovrebbe guidarlo ha quell’opinione di lui, non sarà motivato a superare le sue debolezze. Se invece gli si dirà che è arrivata finalmente l’occasione per poter dimostrare il suo valore saprà trovare insospettabili energie.

È un po’ così anche per l’Italia: se vogliamo che gli italiani si rimbocchino le maniche dobbiamo dire ad essi che crediamo in loro. Non c’è niente di più motivante a tirar fuori il temperamento che non lo sguardo di stima di chi ti guida. La serietà e l’impegno di questo governo meritano un codice comunicativo all’altezza. Come sanno i filosofi e i fisici quantistici, forma e sostanza non sono poi così distanti tra loro.

15 febbraio 2012

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