Come combattere l’emergenza freddo

Un senza tetto è morto per le temperature rigide. Nuove strutture di accoglienza da Caritas, Comune e Provincia di R. S.

Morire di freddo alla stazione di Trastevere, nel centro della città illuminata per le feste natalizie, in un pomeriggio dal clima troppo rigido. È successo ancora una volta, ieri, attorno alle 16.45. Le temperature hanno ucciso di nuovo e la vittima, come sempre, è un senza tetto. Ha circa quarant’anni, forse è straniero, ma (alla mattina del giorno successivo, 29 dicembre) non sono ancora note le generalità. E intanto istituzioni locali e associazioni si armano – con coperte di pile e nuove aree di accoglienza – per combattere l’emergenza.

Innanzitutto, predisponendo nuovi punti per ospitare i senza fissa dimora durante la notte, quando il freddo si fa ancor più intenso. Ieri, alla stazione Tibrutina, è stata inaugurata dal presidente della Provincia di Roma, Enrico Gasbarra, la prima di 6 tensostrutture (dislocate anche nel territorio provinciale) che offriranno ricovero ai clochard. Le tende saranno aperte fino al 7 gennaio, ventiquattr’ore su ventiquattro. Nelle “tende della solidarietà” operano volontari che, oltre a garantire il primo soccorso, serviranno pasti e bevande caldi, e all’occorrenza, distribuiranno indumenti e giubbotti.

Da Palazzo Valentini anche un aiuto alla Caritas diocesana. La Provincia ha infatti donato all’organismo diretto da monsignor Guerino Di Tora 150 “kit anti-freddo” – che comprendono k-way, zaino, coperta di pile, sciarpa, cappello e guanti – e 150 materassi ignifughi. Questi regali sono stati simbolicamente consegnati da Gasbarra proprio a monsignor Di Tora e agli ospiti dell’ostello di via Marsala, domenica 24 dicembre al termine della Messa di Natale.

Ma la stessa Caritas ha allestito nuovi ricoveri per i senza fissa dimora, integrando il piano di iniziative predisposte dall’assessorato alle Politiche sociali del Campidoglio. Aumenta, infatti, il numero di posti disponibili nelle strutture di accoglienza e vengono aperti per la notte anche i locali dello stabilimento balneare “L’Arca” di Ostia. Che è stato sistemato, per il nuovo utilizzo, da un gruppo di volenterosi studenti che fanno capo all’associazione Universitari costruttori, fondata nel 1966 a Padova da padre Mario Ciman e oggi diffusa in tutta la penisola.

29 dicembre 2006

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