Cinquanta giovani romani in Terra Santa

Il 28 luglio la partenza con don Mirilli. Monsignor Andreatta, ad Haifa per pregare per la pace: «I pellegrini non possono mancare in un momento come questo» di R. S.

Un «segno forte» della diocesi di Roma per invocare la pace in un luogo segnato da un conflitto che non sembra fermarsi. È il pellegrinaggio dei 50 giovani romani che il 28 luglio voleranno in Terra Santa con don Maurizio Mirilli, direttore del Servizio diocesano per la pastorale giovanile. La conferma è arrivata con la riunione operativa di giovedì 17 luglio, presente anche monsignor Liberio Andreatta, amministratore delegato e vice presidente dell’Opera romana pellegrinaggi (che organizza il viaggio), partito oggi verso i luoghi di Gesù per pregare per la pace. Una esigenza ancora più forte dopo l’acuirsi del conflitto tra Israele e Hamas, che ha visto venerdì l’inizio dell’invasione di terra nella Striscia di Gaza dopo voci di un «cessate il fuoco» subito smentite dai fatti.

L’itinerario dei giovani romani, che prevede tra l’altro incontri con comunità parrocchiali a Gerico, Betlemme e Gerusalemme, comincerà con una prima sosta in Galilea, dopo l’arrivo a Tel Aviv, con le visite ai luoghi più significativi di Nazareth; poi il trasferimento verso il Lago di Tiberiade e il Monte delle Beatitudini, quindi l’arrivo a Betlemme attraverso la Valle del Giordano dopo una sosta a Gerico. Visite alla Basilica della Natività, alla Grotta di San Girolamo e al Campo dei Pastori. Ampio spazio a Gerusalemme: dal Monte degli Ulivi al Getsemani, al Santo Sepolcro, solo per citare alcuni dei luoghi indicati nel programma, ma non mancherà la Via Crucis per le strade della città vecchia. Il 4 agosto il ritorno a Roma.

Intanto oggi, lunedì 21 luglio, è partito con 80 pellegrini provenienti da diverse parti d’Italia monsignor Liberio Andreatta, che celebrerà alle 17 la Messa per implorare la pace al monastero Stella Maris sul Monte Carmelo ad Haifa (70 km da Gerusalemme), con tutti i gruppi dell’Orp che in questi giorni «stanno svolgendo regolarmente il pellegrinaggio in Terra Santa». Quindi si dirigerà a Betlemme, dove è previsto il suo pernottamento. Forte dei suoi 40 anni di esperienza monsignor Andreatta ha dichiarato: «Le varie Intifada e guerra non ci hanno mai scoraggiato. È questo il momento di andare, anche perché il circuito del pellegrinaggio è sicurissimo, tranquillo, è lontano dal luogo di guerra». Proprio per questo, secondo il vice presidente Orp, «si presta molto al dialogo, all’ amicizia e ad un incontro con i palestinesi e gli israeliani. Perché i pellegrini sono il terzo popolo di quella terra e non possono, quindi, mancare in un momento come questo, in cui i due popoli stanno soffrendo insieme».

Quanto alla situazione nella Striscia di Gaza, monsignor Andreatta ha parlato di «una guerra assurda. Purtroppo ne ho viste tante, come il periodo di Betlemme con l’ occupazione e l’ assedio della basilica della Natività. Dico basta alla guerra. Sono loro stessi, gli ebrei, gli israeliani, i palestinesi che vogliono la pace; purtroppo, però, ci sono delle logiche di grandi interessi internazionali o di altro genere che fanno soffrire chi è innocente. Noi andiamo lì proprio per esprimere solidarietà con chi ha bisogno in questo momento».

21 luglio 2014

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