Chiesa del Gesù, nelle immagini la grandezza del suo Nome

di Marco Frisina

La Chiesa del Gesù è uno dei capolavori barocchi di Roma, uno di quei gioielli inestimabili che la città conserva e con cui, attraversando le generazioni e i secoli, parla agli uomini di ogni tempo annunciando, attraverso la bellezza delle opere artistiche, l’infinita bellezza di Dio. Nell’ideale barocco l’arte doveva stupire e nel contempo suscitare nel cuore una nostalgia profonda del cielo, quello stupore era l’anticipo della meraviglia infinita che in cielo avrebbe trovato l’oggetto autentico e definitivo: la gloria di Dio. Le cupole e le navate barocche sono spesso «sfondate» da cieli infiniti e luminosi, in cui angeli e santi brulicano festosi, mostrandoci nella loro leggerezza e ricchezza cromatica la gioia del paradiso. Il soffitto della navata della Chiesa del Gesù raffigura la gloria del Nome di Gesù, traducendo in immagine il brano paolino che ci parla del trionfo del Nome di Cristo, Crocifisso e Risorto: «Perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi, nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: Gesù Cristo è Signore! A gloria di Dio Padre». (Fil 2,10). Negli anni tra il 1672 e il 1683 Giovanni Gaulli, detto il Baciccia, decorò la Chiesa del Gesù e in questo affresco realizzò il suo capolavoro traducendo in modo sorprendente, nel vorticoso e luminoso trionfo celeste, la grandezza del Nome di Cristo Redentore. La sua luce abbagliante e trionfante mette in ombra ogni cosa e tutti attrae in un vortice d’amore adorante e gioioso.

10 maggio 2009

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