Cercasi Garante per l’infanzia

Ruolo importante per la figura istituita 4 anni fa con legge regionale, ma manca ancora un referente per l’ufficio da Agenzia Sir

Il Garante per l’infanzia e per l’adolescenza: è la figura istituita con la legge regionale 38 del 28 ottobre del 2002, che ha sede presso il Consiglio regionale. Numerose le funzioni che vengono attribuite a questa istituzione: controlla l’applicazione della Convenzione sui diritti del fanciullo del 1989; vigila sull’assistenza prestata ai minori ricoverati in istituti educativo-assistenziali e sulle attività svolte dalle strutture socio-sanitarie; diffonde la conoscenza dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, nonché attività tese a sviluppare nei minori la consapevolezza degli abusi subiti; promuove la formazione di operatori; esprime pareri su leggi o atti di indirizzo e propone provvedimenti normativi o amministrativi; segnala fattori di rischio o di danno derivanti ai minori da situazioni ambientali carenti o inadeguate; accoglie e gestisce le segnalazioni di violazione dei diritti dei minori; collabora alla raccolta di dati; vigila sulla programmazione televisiva, a mezzo stampa e su altre forme di comunicazione, segnalando all’autorità per le garanzie nelle comunicazioni ed agli organi competenti le eventuali trasgressioni. Per svolgere questi compiti il Garante ha un’apposita struttura, articolata in sedi a livello provinciale e può usare la collaborazione dei servizi sociali dei Comuni e delle Asl.

«Tutte le problematiche che riguardano i minorenni sono strettamente legate alle dinamiche familiari e alla cura che è dedicata ai bambini in famiglia». Questo il convincimento di Simonetta Matone, pubblico ministero presso il Tribunale per i minorenni di Roma nonché componente del Comitato nazionale per la bioetica. Nessun dubbio del magistrato sull’utilità del Garante per l’infanzia e per l’adolescenza: «Ha un ruolo importantissimo per risolvere i problemi dei minori – ha sottolineato Matone –. Questo soprattutto grazie al fatto che la legge istitutiva di questa figura prevede tra le sue prerogative molteplici funzioni e compiti. Non si tratta in sostanza di una figura ‘vuota’».

Una figura, quella del Garante, che benché istituita nel Lazio con una legge nel 2002, non ha ancora visto l’individuazione di una persona adeguata cui affidare questo ufficio. Secondo il magistrato «sarebbe necessario istituire uno sportello per l’indicazione del cosiddetto sommerso, ossia di tutti quegli abusi di cui sono vittime i minori ma che non vengono portati a conoscenza delle autorità preposte. Questa funzione di intermediario spetterebbe al Garante. Spesso le situazioni di sommerso non vengono alla luce perché segnalarle implica un coinvolgimento, non essendo previsto l’anonimato». I maltrattamenti in famiglia rappresentano, a giudizio di Matone, il problema maggiore per i minori nel Lazio: «È un iceberg la cui emersione è difficile». In relazione invece alla devianza minorile, secondo il giudice, «si tratta sempre di questioni da ricollegarsi alla famiglia. Vi è infatti un’intima connessione – ha detto – con i problemi che riguardano i minori e la famiglia. Non si tratta assolutamente di vicende slegate. Tutto dipende dall’incuria e dalla mancanza della dovuta attenzione nei confronti dei bambini».

«È molto importante che sia stata istituita la figura del Garante per l’infanzia e per l’adolescenza a livello regionale». Questa l’opinione di Manuela Liverani, dell’ufficio rapporti istituzionali e legislativi dell’Aibi (Associazione amici dei bambini). «Siamo un’associazione che si occupa prevalentemente di adozioni e di casi di abbandoni di minori – ha detto l’esperta in materia legale –. Sono circa 5 anni che stiamo lavorando affinché venga data piena attuazione alla nuova normativa sull’adozione (la legge 149 del 2001) che prevede anche l’istituzione dell’avvocato del minore. Questa figura va di pari passo con quella del Garante e dovrebbero completarsi a vicenda».

Nessuna esigenza anche secondo Liverani di nuovi interventi: «Nel nostro ordinamento non ci sono lacune da questo punto di vista, il problema è l’applicazione pratica di quanto previsto. Nel Lazio infatti non si è ancora riusciti ad istituire il Garante nonostante la legge regionale sia del 2002». In relazione alle funzioni Garante, «è importante che non abbia solo il compito di segnalare i casi difficili di minori – ha sottolineato – ma deve affrontare tutte le problematiche che coinvolgono i bambini, altrimenti rischiamo di trovarci di fronte all’ennesima figura incompleta». Difficile individuare quali siano i maggiori problemi che affliggono i minori nel Lazio: «Purtroppo non abbiamo nella nostra Regione una banca dati. Raccogliere e diffondere questi dati è un altro dei compiti che spetta al Garante. Si tratta anche questo di un ruolo importante, anche al fine di individuare gli indirizzi di politica in materia di tutela dei diritti dei minori».

23 novembre 2006

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