Centro Astalli: «Rifugiati esclusi dall’8 per mille»

La denuncia di padre La Manna che si oppone alla scelta dello Stato di non assegnare risorse ai profughi. I fondi andranno alla Protezione Civile, all’edilizia carceraria e al Ministero per i Beni Culturali da Redattore Sociale

«Lo Stato esclude i rifugiati nell’assegnazione dell’otto per mille». È questo l’allarme lanciato questa mattina dal Centro Astalli, sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, in risposta a quanto riportato in un comunicato della Presidenza del Consiglio dei ministri, dello scorso 2 gennaio, in cui si rende noto che per l’anno 2011 la quota relativa all’otto per mille dell’Irpef a diretta gestione statale «per mancanza di disponibilità finanziaria” non verrà destinata alle finalità previste, ovvero «calamità naturali, restauri, assistenza ai rifugiati e fame nel mondo». Duro il commento di padre Giovanni La Manna, presidente del Centro Astalli: «Ancora una volta, le risorse per i rifugiati vengono azzerate».

Secondo quanto riporta il comunicato, infatti, dei 145 milioni di euro a cui ammonta il fondo, 64 milioni sono stati destinati «alla Protezione Civile per le esigenze della flotta aerea antincendi» e 57 milioni «alle esigenze dell’edilizia carceraria e per il miglioramento delle condizioni di vita nelle prigioni». Il resto sarebbe destinato al Ministero per i Beni Culturali.

Nonostante il comunicato della Presidenza del Consiglio affermi che non sarebbero state tradite «le attese degli italiani che hanno destinato la quota dell’8 per mille alle esigenze dello Stato», per La Manna «non si può non rilevare che ancora una volta queste risorse vengono impiegate del tutto arbitrariamente per esigenze che, anche se importanti, sono chiaramente diverse dalle finalità precisamente previste dalla legge, in base alle quali i cittadini hanno espresso la propria preferenza».

5 gennaio 2012

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