Centri d’ascolto e Caritas parrocchiali a convegno

Nell’incontro, sabato 24 maggio nella sede dell’Arciconfraternita di Sant’Omobono, si discuterà delle nuove povertà nella capitale di Massimo Angeli

Imparare a vedere le nuove povertà e intervenire in maniera consona ai tempi che viviamo: questo l’obiettivo atteso dal XVII convegno delle Caritas parrocchiali e dei centri di ascolto, in programma sabato 24 maggio nella sede dell’Arciconfraternita di Santomobono (via Aurelia 773, dalle ore 9.30). «Riconoscere e accogliere le fragilità come testimoni della speranza in questo nostro tempo», il tema su cui si confronteranno gli operatori dei 200 centri di ascolto e delle oltre 240 Caritas parrocchiali della diocesi.

«Si parla tanto di povertà nascoste e della difficoltà di trovare delle risposte – spiega monsignor Angelo Bergamaschi, vicedirettore della Caritas diocesana -. Noi vogliamo imparare ad andare a cercare i poveri, perché non possiamo correre il rischio di diventare quelli che distribuiscono soltanto dei pacchi a chi ne ha bisogno. Viviamo in un mondo con tante povertà economiche e morali, fragilità, solitudine, emarginazione – continua don Angelo -; non possiamo aspettare che siano i poveri a farsi avanti, perché a quel punto potrebbe essere troppo tardi».

Ad aiutare la riflessione, Carla Collicelli, vicedirettore del Censis, e don Giovanni D’Ercole, mentre monsignor Guerino Di Tora, direttore della Caritas diocesana, farà il punto sull’Emporio della solidarietà, la struttura di Ponte Casilino che a fine mese comincerà il rodaggio proprio in collaborazione con i centri di ascolto. «La nostra utenza è composta soprattutto da romeni, russi, africani – racconta Angela Carucci, responsabile del centro d’ascolto della parrocchia dell’Immacolata -. Il problema principale oggi è, sicuramente, la casa. Sappiamo di famiglie intere che vivono in strada e per le quali non sappiamo cosa fare. Fino a qualche mese fa riuscivamo a trovare lavoro più facilmente, mentre adesso anche la richiesta di badanti è molto diminuita. Segno della povertà che aumenta, perché qui a San Lorenzo ci sono tantissimi anziani che avrebbero bisogno di un aiuto in casa, ma che, evidentemente, non se lo possono permettere».

Nel corso della giornata saranno anche presentati alcuni progetti tesi ad avvicinare i giovani al mondo delle Caritas parrocchiali: quelli per operatore informatico, “Attuerete” e “Fatti di rete”, e quello per promotore sociale. «Il nostro operatore tipo è il giovane pensionato – spiega Stefania Panni, collaboratrice del Settore territorio della Caritas -, ma vorremmo avvicinare anche i giovani con delle proposte che siano conciliabili con i loro tempi di vita e di lavoro».

21 maggio 2008

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