Cei: «No alla lettura ideologica del gender»

Diversi i temi trattati dal Consiglio episcopale permanente che si è svolto dal 24 al 26 marzo, dalla scuola alla necessità di «reagire all’erosione dell’impianto culturale umanistico» di R. S.

«L’invito del cardinale Angelo Bagnasco ha incontrato la pronta disponibilità del Santo Padre». Si legge così nel comunicato finale del Consiglio episcopale permanente reso noto dalla Conferenza episcopale italiana: Papa Francesco aprirà l’assemblea di maggio. Durante il Consiglio, tenutosi a Roma dal 24 al 26 marzo, è stato approvato il tema principale “Educazione cristiana e missionarietà alla luce dell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium” e l’ordine del giorno dell’assemblea generale, che si svolgerà in Vaticano, nell’aula del Sinodo, da lunedì 19 a giovedì 22 maggio.

Nei suoi lavori in vista dell’assemblea generale del prossimo maggio il Consiglio permanente ha esaminato le proposte di emendamento dello statuto e del regolamento della Cei, formulate sulla base del confronto maturato nelle Conferenze episcopali regionali in seguito alle indicazioni del Papa. «Gli ambiti – riferisce il comunicato – riguardano la nomina del presidente, per la quale si prevede una consultazione dei vescovi, riservando comunque la decisione al Santo Padre; le modalità di contribuzione alla relazione del presidente, quale momento espressivo forte della Cei sulla vita della Chiesa e della società civile; la natura, i compiti e la composizione delle Commissione episcopali, nel loro riferimento all’assemblea generale, al Consiglio episcopale permanente e alla presidenza e nei loro rapporti con la segreteria generale; infine, la valorizzazione delle Conferenze episcopali regionali».

I membri del consiglio permanente hanno anche ripreso, approfondito e rilanciato gli appelli del presidente della Cei a «reagire all’erosione e alla corruzione dell’impianto culturale umanistico», fra tutti, «la lettura ideologica del genere». I vescovi, si legge nel comunicato, «avvertono la necessità d’investire nella formazione, risvegliando le coscienze di genitori, educatori, associazioni, consulte di aggregazioni laicali e istituzioni d’ispirazione cristiana» su «una questione antropologica» urgente. In questo contesto, appare la Commissione episcopale ha anche sottolineato l’importanza della scuola cattolica, come risorsa educativa della Chiesa locale per la società.

Nel comunicato del Cep vengono sottolineati «i valori della scuola cattolica: l’originalità di una proposta culturale che muove da un progetto educativo, raccoglie con responsabilità le sfide del tempo presente e forma le giovani generazioni alla vita futura». E questo viene fatto «con una proposta di qualità che è a vantaggio di tutta la collettività e che si esprime nell’attenzione alla persona; nella preparazione di programmi rispondenti al bisogno culturale e professionale, che agevola significativamente anche gli sbocchi occupazionali; nelle motivazioni e nelle competenze del suo personale». Per questo il Consiglio permanente, «oltre ad approvare la Nota pastorale, rilancia con forza al Governo la richiesta di politiche coerenti, che garantiscano finanziamenti certi e in prospettiva pluriennale, recuperando da subito l’intero fondo destinato alle paritarie e poi in parte reso indisponibile dal patto di stabilità».

28 marzo 2014

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