Caterina de’ Medici al complesso del Vittoriano

Un’esposizione a ingresso gratuito sulla moglie di Enrico II, madre di tre re, e soprattutto ambasciatrice di cultura e protagonista del Rinascimento francese di Francesca Romana Cicero

Non è una mostra come le altre “Caterina de’ Medici. L’arte del saper fare italiano”, inaugurata da pochi giorni al Complesso del Vittoriano. Per contrastare l’assenza di visitatori negli spazi museali che non ospitano grandi mostre o eventi di rilievo, il Vittoriano – monumento eretto per celebrare l’epopea del nostro Risorgimento – intende suggerire, attraverso una figura di donna forte e innovativa che seppe far amare la nostra cultura anche in Francia, un’ideale continuità tra l’antico sapere delle botteghe rinascimentali, la maestria dei grandi artigiani del passato e le opere d’arte contemporanea, frutto di quell’odierna eccellenza alto-artigianale italiana, apprezzata in tutto il mondo.

Figura controversa, la cui “leggenda nera” è stata alimentata da celebri romanzieri francesi, come Dumas e Balzac, che in lei vedevano una donna bramosa di potere, e per giunta straniera, Caterina de’ Medici – trasferitasi per alleanze politiche in una Francia turbata da guerre di religione –, erede per nascita e formazione dell’umanesimo italiano, divenne nel suo paese d’adozione ambasciatrice di cultura e protagonista del Rinascimento francese.

Nata un anno prima della morte di Raffaello, Caterina, membro della famiglia Medici la cui peculiarità è stata quella di coniugare mecenatismo e magnificenza, andò in sposa giovanissima a Enrico II. Fu madre di tre re – Francesco II, Carlo IX ed Enrico III – ai quali volle trasmettere l’amore per la lettura, la conversazione, la scrittura, la musica, la poesia e i libri.

Ebbe una certa influenza sulle scelte politiche di corte avviando una politica di “tolleranza” religiosa. Si adoperò infatti per far approvare l’Editto di Tolleranza e di Amboise, concluse la pace di Saint German e diede in sposa sua figlia Margherita ad Enrico di Navarra, il futuro Enrico IV. Il suo essere un mecenate in senso moderno, che vigilava direttamente sulle opere commissionate dalla corte, frequentava i cantieri dove operavano gli artisti, promuoveva tra l’altro la costruzione già avviata del Louvre e quella delle Tuileries, al di là dell’iconografia ufficiale, costituisce l’essenza di questa mostra che si propone di promuovere il “saper fare italiano”, potenziale veicolo di prosperità nel nostro Paese.

In mostra sono esposti rari manufatti legati alla sovrana: dai ritratti, a un prezioso abito femminile di committenza medicea; da un famoso violino proveniente da Cremona, alla lettera indirizzata a Michelangelo con la richiesta di eseguire una statua equestre di Enrico II. Fulcro della mostra non sono dunque queste opere, ma la tradizione stessa dell’alto artigianato di cui la Fondazione Marilena Ferrari – con la cui collaborazione è realizzata l’esposizione – offre preziosi esempi.

Accanto alle opere è esposto il volume “Caterina de’ Medici, regina e mecenate” realizzato dalla casa d’arte Marilena Ferrari, esempio moderno di collaborazione «tra uomini del sapere e uomini del fare». Volume che trae spunto dalle lettere di committenza che Caterina inviava agli artisti, realizzato secondo le nostre migliori tradizioni calligrafe eseguite su fogli di pergamena naturale, di cui supporti mediatici rendono conto. E tra le altre opere ricordiamo il volume “Deus Caritas est”, che riveste di bellezza la prima enciclica di Benedetto XVI, e il volume dedicato ad Antonio Canova. Fotografie scattate da Mimmo Jodice ai capolavori di questo genio della scultura neoclassica, di cui colta è la sensualità nascosta, completano un percorso di bellezza tutto italiano.

“Caterina de’ Medici. L’arte del saper fare italiano” c/o il Complesso del Vittoriano. Fino a domenica 22 novembre 2009. Curatore: Alessandro Nicosia. Catalogo edito da Comunicare Organizzando. Orario: Dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 19.30. Ingresso gratuito. Info: tel. 06.69202049

20 ottobre 2009

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