Catacombe di S. Sebastiano: la preghiera per i martiri

di Marco Frisina

Nell’anno 258 imperversava la persecuzione di Valeriano: i cristiani decisero di trasportare nelle catacombe della via Appia le reliquie degli Apostoli Pietro e Paolo. Furono trasportate in questo luogo perché non era più possibile venerarle né presso la tomba in Vaticano né sulla via Ostiense. Ma il fatto di averle riunite qui, in un unico luogo, diede il via alla loro venerazione congiunta cosicché nei documenti successivi i due santi verranno ricordati insieme il 29 giugno. Dopo la Pace di Costantino furono edificate le grandi basiliche degli apostoli in Vaticano e sulla via Ostiense e lì dove erano state custodite le reliquie fu edificata la basilica dedicata a San Sebastiano che noi conosciamo. Sotto questo edificio è tutto un intreccio di cuniculi e luoghi di culto sotterranei dal fascino incredibile. Qui la prima comunità cristiana di Roma si riuniva in preghiera e venerava i suoi martiri sfruttando siti più antichi, poi abbelliti da affreschi e decorazioni che sapevano interpretare i miti antichi della romanità alla luce del senso cristiano della risurrezione e della vita eterna. In questi luoghi veniva spesso a pregare, diversi secoli dopo, un grande santo: San Filippo Neri. Per lui le catacombe divennero spazi di contemplazione e di meditazione, addirittura di esperienza mistica: la testimonianza di fede dei padri rafforzava la sua fede e gli dava energia per testimoniare la carità di Cristo nel suo tempo.

1 marzo 2009

Potrebbe piacerti anche