Casal del Marmo accoglie Francesco

Il Papa celebra nel carcere minorile la Messa del Giovedì Santo, lavando i piedi a 12 giovani detenuti. In legno gli omaggi realizzati dai ragazzi nei laboratori Caritas nell’istituto di Giulia Rocchi

Un semplice manufatto in legno, in linea con la tradizione francescana, rappresentativo dell’estrema semplicità e umiltà di Papa Francesco. Un inginocchiatoio, sempre in legno. E tanta, tanta gioia. Così i giovani detenuti dell’Istituto penale per minori di Casal del Marmo si preparano ad accogliere il Pontefice in occasione della celebrazione della “Messa in Coena Domini” del Giovedì Santo.

Il Papa alle 17.30 del 28 marzo presiederà una «cerimonia estremamente semplice», durante la quale laverà i piedi a dodici ragazzi di fede e provenienza varia e alla quale parteciperanno i circa cinquanta giovani ospiti dell’istituto, tra cui undici ragazze, che cureranno anche le letture e la preghiera dei fedeli. Accanto a Papa Francesco concelebreranno il cardinale vicario Agostino Vallini e padre Gaetano Greco, cappellano del carcere minorile di Casal del Marmo.

Se la scelta di celebrare la Messa del Giovedì Santo in un carcere minorile rappresenta una novità assoluta rispetto alle celebrazioni nella cattedrale di San Giovanni in Laterano degli anni scorsi, rimane una decisione nel segno della continuità per il cardinale Jorge Mario Bergoglio, che come arcivescovo di Buenos Aires usava officiare questo rito «in un carcere o in un ospedale o in un ospizio per poveri o persone emarginate», informano dalla Sala stampa della Santa Sede.

A Casal del Marmo, intanto, fervono i preparativi: «C’è un gran da fare in vista dell’accoglienza – commenta la direttrice del carcere, Liana Giambartolomei – . Mi auguro che quella di Papa Francesco sia una visita che punti soprattutto al rapporto con i ragazzi, e sono sicura che sarà così». Ragazzi «con situazioni familiari terribili alle spalle – aggiunge Giambartolomei – processi educativi e affettivi interrotti, spezzati dagli eventi, dalle mancanze e dalle assenze».

Gli ospiti della struttura, visitata da Benedetto XVI nel marzo del 2007, sono circa cinquanta, di età compresa tra 16 e i 21 anni, per la maggior parte stranieri, soprattutto nordafricani, e si trovano a Casal del Marmo per i reati più diversi: contro il patrimonio, contro la persona, ma anche per fatti di sangue. Tra le mura del carcere, per loro, si scorge però anche la possibilità di un riscatto: ogni mattina sono impegnati nelle attività formative, nel pomeriggio fanno sport. E poi c’è la proposta dei laboratori professionali organizzati dalla Caritas diocesana, quelli dove sono stati realizzati gli omaggi per il Papa. «I ragazzi che partecipano quotidianamente ai laboratori – spiega Stefania Di Francesco, coordinatrice dei laboratori – sono i più meritevoli e, sovente, quelli che debbono scontare le condanne più lunghe. Le pene, a differenza di un istituto di adulti, sono molto inferiori e possono andare da pochi mesi fino a qualche anno se sono stati commessi reati molto gravi».

L’obiettivo, prosegue la coordinatrice, «è dare un’opportunità ai minori dell’istituto di entrare in contatto con il mondo del lavoro. Diamo loro la possibilità di imparare a guadagnare denaro onestamente». Pensate ad hoc per le ragazze ci sono le lezioni di sartoria; per i ragazzi quelle di falegnameria, tappezzeria e pizzeria. «Con gli insegnanti si crea sempre un bel rapporto», assicura Di Francesco. E adesso questi ragazzi hanno un motivo di speranza in più: la visita del Papa che, aggiunge Di Francesco, «va proprio per conoscerli e visitarli», e donerà a tutti loro uova e colombe pasquali.

A Casal del Marmo la notizia della visita del Papa è stata accolta «prima con un silenzio assoluto, poi con la curiosità di saperne di più – racconta padre Gaetano Greco, cappellano dell’istituto -. Un ragazzo napoletano di 18 anni ha esclamato: “Mamma mia, finalmente incontro un Papa”». L’emozione è stata condivisa da tutti i giovani detenuti, tra i quali vi sono dei musulmani che, riferisce padre Greco, «hanno appreso la notizia con molta gioia poiché vedono nel Papa un rappresentante super partes. Non ce lo aspettavamo – conclude padre Greco -. Avevo intenzione di scrivergli una lettera per chiedergli di venire a trovarci, ma mi ha letto nel pensiero e si è proposto lui».

27 marzo 2013

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