Carnevale, i consigli del Bambino Gesù per rassicurare i più piccoli

Un gioco, quello del travestimento, che può non essere del tutto compreso dai bambini. «Il passaggio temporaneo da realtà a finzione non è immediato e la festa può trasformarsi in fonte di disagio di R. S.

«Nella prima infanzia, alcuni bambini particolarmente sensibili possono anche essere molto turbati, tanto da aver paura delle maschere, una fobia simile a quella delle bambole». A dichiararlo Simonetta Gentile, responsabile di Psicologia Clinica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. I prossimi martedì e giovedì il divertimento entrerà nel vivo. In strada già si vedono sfilare, accompagnati per mano dai loro genitori, i piccoli mascherati di tutto punto. Molti di loro, però, nei confronti della maschera non hanno un modo naturale di rapportarsi. Agli occhi del piccolo, cambiare l’identità anche se solo per gioco, rimane comunque una funzione legata al mistero e al significato metaforico. Il mascheramento, oltre a non risultare di immediata comprensione, a volte può anche trasformarsi in fonte di disagio e perfino di spavento. Soprattutto per chi non ha la piena consapevolezza del confine che intercorre tra realtà e finzione.

«Occorre essere certi che il bambino possa comprendere il “gioco” di assumere una identità temporanea diversa dalla propria in un contesto – continua Simonetta Gentile – in cui tutti sanno che si sta fingendo in spazi e tempi ben definiti». Se non si rispettano queste accortezze, si corre il rischio di imporre qualcosa di sgradevole che ancora il bambino non può del tutto comprendere. Pur di soddisfare il nostro desiderio di vedere il nostro bambino con indosso un bel costume, potremmo invece correre il rischio di farlo soffrire e basta. Il consiglio, dunque, è di dosare con attenzione ciò che può essere divertente, senza forzature.

«I più grandi – prosegue la dottoressa Gentile – amano travestirsi da personaggi famosi di film e fumetti. Aiutiamoli a scegliere personaggi che rispecchino valori positivi, senza eccedere nella “spesa” per la maschera. Del resto, la fantasia del bambino è in grado di compensare ogni mancanza rispetto al costume perfetto». Proprio questa “compensazione artigianale”, senza dover per forza ricorrere all’acquisto del mascheramento completo, può rappresentare un momento di condivisione con amici e genitori. Costruire il travestimento assieme a loro, sarà senz’altro fonte di allegria condivisa e soddisfazione. Allo stesso tempo, rappresenterà anche l’occasione per far esercitare i nostri bambini in azioni concrete (scegliere stoffe e cartoncini, tagliare, cucire e incollare) magari dopo aver visto le immagini su libri e computer al fine di integrare il concreto ed il virtuale, la realtà e la fantasia. Confidare nella creatività spontanea che può essere liberata da chiunque, soprattutto dai bambini, è un atto di fiducia che viene apprezzato.

24 febbraio 2014

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