Carlo Gargiulo

Il “medico degli italiani”, il popolare volto tv reso famoso dalla trasmissione “Elisir”, e i suoi consigli per l’estate di Francesco Lalli

Volto amato della Tv di servizio, icona del medico di famiglia a cui rivolgersi con fiducia, certi di trovare cortesia e attenzione. Il dottor Carlo Gargiulo, con il programma “Elisir” – da dieci anni in onda su RaiTre – ha saputo conquistarsi la stima e la simpatia del grande pubblico. Nato a Roma nel 1953, si è laureato all’università La Sapienza per specializzarsi poi in chirurgia generale. Medico militare fino al 1993, con un’esperienza che l’ha visto anche seguire il contingente italiano in Libano, ha esercitato successivamente come medico di famiglia. Curatore della collana di libri “Il medico di famiglia”, dirige da maggio il mensile “L’agenda della salute”. Con lui a Romasette.it parliamo del rapporto degli italiani con la salute e dei rischi per un’estate che si annuncia rovente.

Coniugare divulgazione scientifica e televisione non è facile, eppure lei in breve tempo è diventato un po’ “il medico degli italiani”. C’è un segreto?
Sicuramente la necessità di chi ascolta un divulgatore è capire quanto ha studiato, quanto ha approfondito la sua materia. Con la trasmissione “Elisir” mi è capitato, dopo vent’anni d’esperienza medica già alle spalle, per la vastità delle competenze che mi venivano richieste ad ogni puntata, di ricominciare da zero nell’affrontare alcuni argomenti. Questo, unito ad una certa dote naturale, produce la chiarezza che molti mi attribuiscono e che deriva dal fatto che io per primo ho dovuto fare uno sforzo per approfondire campi assai vasti.

Con “Elisir” si è chiaramente evidenziato il desiderio di un ritorno al medico di base, di famiglia. Troppo specialismo e poca considerazione del paziente?
Sono d’accordo. La medicina nel corso degli ultimi cinquant’anni ha subito dei cambiamenti radicali. Nuovi accertamenti, nuove analisi sempre più complesse e precise hanno aumentato le nostre possibilità diagnostiche ma hanno anche diminuito quella che dovrebbe essere una capacità fondamentale del dottore: parlare con l’ammalato. Certo, bisogna ricordare che ai nostri maestri una certa presa affabulatoria risultava più facile perché il grado culturale medio della popolazione era molto più basso. Oggi ci confrontiamo con persone estremamente aggiornate, che leggono spesso riviste specializzate e consultano Internet. Tanto che molti giungono addirittura con una pre-diagnosi sulla loro sintomatologia. Ciò però significa che sta a noi dottori stare sempre un passo avanti.

Come interpretare allora questo ruolo?
Il medico di famiglia certamente non può sottrarsi dal ruolo di “supervisore” dei diversi contributi specialistici che naturalmente sono necessari, però deve cercare nel contempo di non lasciare mai solo il suo paziente.

Quali sono i fattori di criticità per la salute degli italiani?
Ci sono molti punti su cui gli italiani sbagliano. Il primo è che in genere mangiano come i nonni e faticano un decimo di quello che faticavano loro. Questo significa aumentare i grassi con il conseguente rischio arteriosclerotico. Quindi in cima alla lista io metterei lo stile di vita. Muoversi, camminare, usare meno ausili possibili. Siamo passati da una dieta ricca che contemplava verdure, legumi e cibi poveri, ad una dieta troppo ricca di grassi animali. Da qui nasce anche un altro motivo d’errore: l’abuso dei farmaci. Abbiamo paura del colesterolo? Ebbene, scegliamo di prendere la pasticca piuttosto che fare attenzione a ciò di cui ci nutriamo. Così non diamo un buon esempio, soprattutto ai giovani.

Con l’estate che si annuncia già molto calda quali accorgimenti è bene ricordare?
Innanzitutto molta attenzione va posta agli anziani e ai bambini. Evitare di esporsi al sole dalle 12 alle 16 è una buona regola generale, cercando di rimanere in luoghi freschi. A questo proposito, vorrei precisare che l’aria condizionata fa bene se il termostato è regolato 4-5 gradi meno, non di più, della temperatura esterna e i filtri vengono puliti e curati spesso.

E nei supermercati, che sembrano celle frigorifere, come si fa?
In questi casi è meglio acclimatarsi pian piano alla differenza esterno-interno nella zona vicino all’ingresso e poi entrare. Di enorme importanza, poi, è bere molto, anche se non si ha sete. Io consiglio tutti la mattina, e in particolare chi non è più giovane, di riempire una bottiglia di almeno un litro e mezzo d’acqua che la sera, pasti esclusi, deve essere terminata. Questo preserva dalla disidratazione, che può causare anche problemi cerebrali nelle persone più avanti con gli anni. Infine, regola generale: un’alimentazione che prediliga verdura, frutta, un buon piatto di pasta, ma niente cibi piccanti – che possono aumentare la sudorazione – e alcool. A questo proposito il bicchiere di vino, che è anche consigliato d’inverno, d’estate dovrebbe essere ridotto a metà e allungato con acqua. Non me ne vogliano però i puristi del buon bere.

28 giugno 2006

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