Caritas a Lampedusa, un’accoglienza che garantisca i diritti

Presenti sull’isola il cardinale di Palermo, monsignor Paolo Romeo, gli operatori di Agrigento e una delegazione nazionale. Arrivato anche l’elemosiniere della Santa Sede per un sostegno ai soccorritori di R. S.

«Una riflessione sui temi dell’immigrazione e per pensare ad un sistema di accoglienza unitario integrato, capace di intervenire nelle emergenze degli sbarchi come nella quotidianità dei flussi migratori». È questo lo scopo degli incontri in corso in questi giorni a Lampedusa, con una delegazione di Caritas italiana, guidata dal direttore don Francesco Soddu, il vescovo di Agrigento, monsignor Francesco Montenegro, gli operatori della Caritas di Agrigento e la delegazione delle Caritas diocesane della Sicilia. Agli incontri partecipano anche il cardinale di Palermo monsignor Paolo Romeo, il direttore della Fondazione Migrantes, don Giancarlo Perego, ed il responsabile dell’ufficio immigrazione di Caritas italiana Oliviero Forti.

Sull’isola di Lampedusa è presente anche monsignor Konrad Krajewski, elemosiniere della Santa Sede, inviato da Papa Francesco per portare la sua vicinanza a seguito della tragedia ed il sostegno ai soccorritori e quanti sono impegnati nelle operazioni di accoglienza. Un programma intenso che prevede due giorni di visite, incontri, riflessioni. «La tragedia di questi giorni – sottolinea Valerio Landri, direttore della Caritas diocesana di Agrigento – ci impone di fermarci a riflettere su possibili percorsi futuri diversi da quelli attuali, che mettano al centro la sicurezza dei migranti che hanno il diritto di essere accolti sulla base delle Convenzioni internazionali che il nostro Paese ha sottoscritto e ratificato».

«Speriamo di non dover assistere mai più – conclude Landri – a tragedie come quest‘ultima e che le istituzioni, con il supporto delle organizzazioni del terzo settore, possano lavorare insieme per un sistema di accoglienza che garantisca dignità e rispetto dei diritti umani». Caritas italiana si era già unita nei giorni scorsi alla preghiera e al cordoglio di Papa Francesco, esprimendo il suo profondo dolore per il naufragio del 3 ottobre a Lampedusa. «Si tratta – aveva ricordato don Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana – di persone che fuggono da contesti di guerra, rispetto ai quali abbiamo dei doveri internazionali di accoglienza».

Don Soddu si era riferito al problema dei profughi in fuga dal conflitto siriano, chiedendosi: «Perché l’Italia, come hanno già fatto altri Paesi, ad esempio la Germania, non apre dei corridoi umanitari per far arrivare in sicurezza queste persone, con le loro famiglie, invece di costringerli a mettersi nelle mani dei trafficanti di uomini e a rischiare la propria vita in mare?».

7 ottobre 2013

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