Campovolo, sostegno all’Emilia e una preghiera

La musica italiana è viva. Nonostante il pessimo servizio delle trasmissioni televisive e la paccottiglia imbandita dai talent-show. L’esempio del concerto dedicato alle popolazioni terremotate di Walter Gatti

La nuova rubrica “Il rock e l’assoluto”

Nonostante i pianti e i sospiri di tanti nomi del pop più radiofonico che appaiono, vengono spremuti come limoni e poi tramontano senza alcuna pietà, nonostante un ricambio quasi inesistente nel genere cantautorale, nonostante l’accidia delle case discografiche che ormai in Italia investono cosi poco da non permettere a quasi nessun giovane di emergere per propria passione, nonostante tutto questo la musica italiana è viva.

L’ha dimostrato quasi a sorpresa alcune sere fa, radunando oltre centocinquantamila persone al Campovolo di Reggio Emilia, immensa area verde nelle campagne di Reggio Emilia, andando in scena con un cast di musicisti formato da 13 tra i Big della nostra musica pop-rock curiosamente assemblati in nome di una causa: raccogliere soldi per ricostruire alcune scuole dell’area emiliana terremotata nel mese di maggio. “Italia loves Emilia”, si è chiamato il concerto, e questo nome dovrebbe essere inciso a fuoco nelle anime non tanto degli spettatori, ma proprio di tutti coloro che scrivono, producono, promuovono e comunicano la musica del nostro Paese.

Se la musica italiana è ancora viva, il merito è tutto e solo di quel gesto gratuito che l’altra sera è stato realizzato al Campovolo. Tredici pop star, oltre settanta musicisti, un impegno organizzativo colossale e alla fine le facce di tutti erano più serene, commosse e soddisfatte di quando vendono decine di migliaia di dischi. Cosa c’è di meglio, per far ripartire tutto, di un gesto umano di assoluta gratuità? Questo vale ovunque, nelle amicizie come in famiglia, tra colleghi come tra compagni di banco, nella crisi come nella politica.

È da qui che si riparte: ora nulla dovrebbe essere come prima. Anche tra di loro, Baglioni e Giorgia, Negramaro e Antonacci, Renato Zero e Ligabue, una volta che uno ha avuto per compagno di viaggio qualcuno con cui condividere un gesto umile, non lo può dimenticare.

Il concerto del Campovolo ha avuto il suo momento iniziale più emozionante in una preghiera: Zucchero con Elisa, Jeff Beck e Fiorella Mannoia che interpretano “Madre Dolcissima”, una canzone nella quale si domanda a Maria – proprio la madre del Nazareno -di salvarci l’anima. Lei potrebbe salvarci l’anima e ridonare l’anima a tutte le canzoni. Perché – come diceva una piccola-grande band irlandese, gli Hothouse flowers – «ogni pianto è una canzone e ogni canzone è una preghiera e le nostre preghiere saranno ascoltate».

25 settembre 2012

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