«Camminare, edificare, confessare»

La prima Messa di Papa Francesco con i cardinali, nella Cappella Sistina: «Se non confessiamo Cristo, diventiamo una ong, non la Chiesa. Senza la croce, non siamo discepoli del Signore» di R. S.

«Camminare, edificare, confessare»: attorno a questi tre verbi si è articolata ieri pomeriggio, giovedì 14 marzo, la prima omelia di Papa Francesco nella Cappella Sistina, davanti ai 114 cardinali che lo hanno eletto. Circa sette minuti in tutto, un condensato spirituale che ha preso spunto dalle letture della Messa, in particolare riferendosi al Vangelo di Matteo con il dialogo tra Gesù e Pietro. «In queste letture – ha esordito il nuovo Papa, che ha parlato interamente a braccio – c’è qualcosa di comune: è il movimento, è il cammino, il movimento nella confessione». Poi ha declinato il significato dei tre verbi: camminare, edificare, confessare. «Camminare alla luce del Signore», ha spiegato, è la prima cosa che Dio ha detto ad Abramo: «Cammina nella mia presenza, e sii irreprensibile. La nostra vita è un cammino, e se ci fermiamo qualcosa non va. Camminare sempre, in presenza del Signore, alla luce del Signore», l’esortazione del Santo Padre: «Cerchiamo di vivere con quella irreprensibilità che Dio chiedeva ad Abramo nella sua promessa».

«Edificare la Chiesa» il secondo impegno mutuato dal Papa dalle letture, nelle quali «si parla di pietre, ma pietre vive, pronte per lo Spirito Santo». Di qui l’invito a «edificare la Chiesa, la sposa di Cristo, su quella pietra angolare che è lo stesso Signore». Terzo verbo, infine, «confessare». «Noi possiamo edificare tante cose, ma se non confessiamo Gesù Cristo diventiamo una ong pietosa, ma non la Chiesa sposa di Cristo», il forte ammonimento del Papa. «Quando non si cammina, ci si ferma», ha proseguito: «Quando non si edifica nelle pietre, succede come ai bambini sulla spiaggia, quando fanno dei palazzi sulla sabbia, senza consistenza». Poi il Papa ha citato Leon Bloy, per affermare che «quando non si confessa Gesù Cristo, avviene che chi non prega il Signore prega il diavolo. Quando non si confessa Gesù Cristo, si confessa la mondanità e il diavolo». «Camminare, edificare, costruire, confessare», la progressione dei verbi usata dal Papa. «Non è così facile – ha ammesso – perché per camminare, costruire, confessare, alle volte ci sono scosse, ci sono movimenti che non sono proprio movimenti del cammino, sono movimenti che ci tirano indietro».

Il Vangelo di Matteo, ha fatto notare il Papa, prosegue «con una situazione speciale», perché «lo stesso Pietro, che ha confessato Gesù Cristo» sembra dirgli «io ti seguo, ma non oggi, con altre possibilità, senza la Croce». Ma «quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo senza la Croce, quando confessiamo con Cristo senza la croce – l’ammonimento centrale della prima omelia di Papa Francesco – non siamo discepoli del Signore, siamo mondani. Siamo vescovi, siamo preti, siamo cardinali, ma non siamo discepoli cristiani. Vorrei che tutti noi, dopo questi giorni di grazia – ha concluso il Santo Padre – avessimo il coraggio di camminare in presenza del Signore, con la Croce del Signore, di edificare la Chiesa con il sangue del Signore versato sulla Croce, e di confessare l’unica gloria: Cristo Crocifisso».

Le prime due intenzioni della preghiera dei fedeli della Messa celebrata nella Sistina sono state per «il nostro Papa Francesco», perché «continui ad accogliere l’invito di Gesù e sulla sua parola getti le reti della salvezza nel mare della vita», e per Benedetto XVI, affinché «serva la Chiesa nel nascondimento con una vita dedicata alla preghiera e alla meditazione». Il nuovo Papa e il Papa emerito uniti idealmente in un abbraccio, a testimoniare la continuità della missione universale della Chiesa. Poi i cardinali insieme al Papa hanno pregato «per i responsabili delle nazioni», in modo che «agiscano non per forza o per interesse, non spadroneggiando sulle persone, consapevoli che ogni potere viene da Dio».

15 marzo 2013

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