Camilla, ragazza down che gestirà un b&b

Per ora dà una mano a “CasaMilla”, struttura a gestione familiare che prende il suo nome, ma sta studiando all’istituto turistico. Coinvolta nell’impresa tutta la famiglia, a partire da mamma Flavia di Laura Badaracchi

Visita il sito di “CasaMilla”

All’alba dei suoi primi cinquant’anni si è reinventata casa e lavoro: insieme al marito Ettore, rimasto improvvisamente disoccupato, Flavia Marcelli ha deciso di aprire un bed&breakfast, pensando soprattutto al futuro di sua figlia Camilla. Che oggi è un’adolescente di 16 anni, alta e con i capelli lunghi, simpatica e socievole, sensibile e piena di attenzioni per gli ospiti; nata con la sindrome di Down, frequenta il primo anno dell’istituto turistico, dove studia inglese e spagnolo. E l’impresa familiare ha preso proprio il suo nome: “CasaMilla”.

«Da quando è nata mia figlia, ho sempre cercato di conciliare il lavoro con strade che mi permettessero di seguirla e aiutarla», racconta Flavia, mamma anche di Gianluca, che studia filosofia e ora si trova in Spagna; appassionato di arte e di storia, «parla inglese e spagnolo e, quando torna a casa, è un ottimo cicerone per i turisti che vogliono scoprire le bellezze della capitale e visitarne i musei». Insomma, anche il fratello maggiore è coinvolto in questo progetto ideato anzitutto «per favorire la socializzazione di Camilla: dopo le scuole elementari, si era un po’ chiusa nella timidezza per una bassa autostima».

Così Flavia – che nella sua versatilità è passata dal lavoro di commerciante a un’autoscuola, dall’insegnamento dell’educazione fisica alla guida dell’associazione “Happy time” per l’autonomia dei ragazzi con disabilità – nel giugno scorso ha preso in affitto un appartamento di 260 metri quadrati, al primo piano di un villino in via Aurelia 607/E, trasferendosi lì con tutta la famiglia; durante i lavori di ristrutturazione, sono state allestite tre camere di sei posti complessivi per gli ospiti, disponibili dal settembre 2010 (www.casamilla.it). Ad accoglierli, un ampio salone con camino, cucina e terrazza per un’abbondante colazione, a pochi minuti dal Centro. «Cordialità, comfort e cortesia» sono le parole d’ordine dello “speciale” b&b, il primo del genere in Italia, in cui approdano «soprattutto italiani, a Roma per motivi di lavoro, mentre si contano una decina di turisti internazionali, per ora; arrivano tramite il passaparola o trovandoci su internet. Mi piace farli sentire a casa: di recente un magistrato ci ha detto che si è sentito “coccolato” in un ambiente conviviale. Altri ci dicono che l’atmosfera familiare è impagabile, rispetto all’anonimato di un hotel».

Un contesto in cui Camilla «si sente sicura» e si muove disinvolta: «Quando era piccola, tornando da scuola mi chiedeva sempre: “Mamma, chi c’è a casa oggi?”. Quindi ho pensato a questa soluzione: ora trova quasi sempre qualcuno, consegna le chiavi della stanza o gli asciugamani, chiede se hanno bisogno dell’acqua minerale o di altro. Si sta relazionando bene e gli ospiti non provano alcun imbarazzo, anzi: le reazioni sono molto buone», racconta Flavia, convinta che il b&b stia funzionando come «training di competenze sociali, oltre che come futuro sbocco lavorativo per mia figlia: purtroppo nessuna struttura pubblica fornisce corsi di autonomia, grazie ai quali gli adolescenti disabili possano acquisire standard di comportamenti. Altre famiglie ci stanno pensando, speriamo che la nostra abbia aperto una pista».

«L’allenamento» di Camilla continua nella squadra nazionale di nuoto sincronizzato, presso la Federazione italiana sport disabili, e all’Associazione persone down, che segue lei e altri ragazzi tra i 16 e i 18 anni, passo dopo passo, nel raggiungimento «di alcuni obiettivi specifici: ad esempio, lei si sta impegnando per riuscire ad arrivare da sola, in autobus, alla sede degli incontri», riferisce la mamma, notando però che le famiglie non vengono supportate economicamente. «Gli operatori specializzati vanno retribuiti; le istituzioni dovrebbero pensare che l’autonomia dei nostri figli nella quotidianità sarà un vantaggio e un passaporto di serenità nel futuro. Ma occorrono sovvenzioni», attesta Flavia, riferendosi alle «palestre di vita» da lei ideate e sperimentate nelle scuole elementari, che insegnano «la cultura del saper fare».

25 marzo 2011

Potrebbe piacerti anche