Bernini-Borromini, «sfida» dai frutti preziosi per l’arte

Una diatriba tra due stili profondamente diversi, che esprimevano la ricerca di linguaggi nuovi per la nuova realtà culturale

Il centro di Roma nasconde tesori piccoli e grandi in cui la tradizione cristiana e l’opera dei grandi artisti romani si sono intrecciate lasciandoci capolavori d’arte la cui realizzazione era spesso accompagnata da piccole avventure. Nel ’600 era nota a Roma la diatriba che divideva Bernini e Borromini. Il loro stile profondamente diverso esprimeva la ricerca di linguaggi nuovi per la nuova realtà culturale: Bernini più teatrale e magniloquente, Borromini più intimo e tormentato. Tutti e due grandissimi interpreti delle inquietudini dell’epoca. La piccola chiesa dei Re Magi, che dà su Piazza di Spagna, fu costruita due volte: prima Papa Urbano VIII la commissionò al Bernini che la pensò in forma ovale, poi il suo successore Innocenzo X gli preferì Borromini che nel 1662 distrusse la chiesa precedente e la rifece dandole una struttura rettangolare. Non sappiamo come fosse la chiesa berniniana ma quella del Borromini è affascinante nelle sue linee essenziali e, nella volta, segnata dagli elementi geometrici cari all’artista. È curioso pensare come quest’antagonismo sia stato così prezioso per Roma che ha visto due giganti sfidarsi sul campo dell’arte.

8 gennaio 2007

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