Benedetto XVI in Terra Santa: «Cristiani, non siete dimenticati»

Il Papa invita a pregare per la fine del conflitto. L’incontro con il Gran Mufti, alla Spianata delle moschee, e quello con il Gran Rabbinato di Gerusalemme di A. Z.

L’appello per il dialogo e la pace risuona più volte nelle visite e negli incontri del Papa in Israele. Tanti i momenti intensi della presenza a Gerusalemme, come quello della preghiera apposta nel Muro del Pianto o quello dell’incontro con il Gran Mufti, alla Spianata delle moschee. «In un mondo tristemente lacerato da divisioni questo sacro luogo – dice Benedetto XVI – serve da stimolo e costituisce inoltre una sfida per uomini e donne di buona volontà ad impegnarsi per superare incomprensioni e conflitti del passato e a porsi sulla via di un dialogo sincero finalizzato alla costruzione di un mondo di giustizia e di pace per le generazioni che verranno».

Per il Papa, «la fedeltà all’Unico Dio» conduce a riconoscere che «gli esseri umani sono fondamentalmente collegati l’uno all’altro, perché tutti traggono la loro propria esistenza da una sola fonte e sono indirizzati verso una meta comune. Marcati con l’indelebile immagine del divino, essi sono chiamati a giocare un ruolo attivo nell’appianare le divisioni e nel promuovere la solidarietà umana». «Questo – aggiunge – pone una grave responsabilità su di noi».

Parla di riconciliazione il discorso rivolto, sempre nella giornata di martedì, al Gran Rabbinato di Gerusalemme. «La Chiesa cattolica – afferma il Pontefice – è irrevocabilmente impegnata sulla strada decisa dal Concilio Vaticano Secondo per una autentica e durevole riconciliazione fra cristiani ed ebrei». Il Papa è accolto dalle parole di benvenuto pronunciate dal Rabbino Shlomo Amar e dal rabbino Yona Metzger. Nel suo discorso il Santo Padre fa riferimento al dialogo in corso tra la Commissione della Santa Sede per le relazioni religiose con gli ebrei e il Gran Rabbinato di Gerusalemme e ringrazia i membri di entrambe le delegazioni per «il faticoso lavoro nel perfezionare questa iniziativa», ma soprattutto per la buona volontà nel «discutere apertamente e pazientemente non solo i punti di intesa, ma anche i punti di disaccordo», spianando così «la strada per una più efficace collaborazione nella vita pubblica».

Tra i due appuntamenti, la sosta in raccoglimento davanti al Muro Occidentale (Muro del Pianto), dove, come Giovanni Paolo II nel 2000, seguendo l’usanza ebraica ha deposto in una fesura delle enormi pietre del Tempio di Gerusalemme un foglietto con una preghiera da lui scritta, in cui chiede a Dio di ascoltare il «grido degli afflitti, degli spaventati, dei disperati».

Al “Regina Coeli” è l’ora della preghiera con i vescovi di Terra Santa, al Cenacolo. Ed è l’ora di un incoraggiamento per le comunità cristiane dei luoghi che hanno visto la missione di Gesù.
«Voi rappresentate le comunità cattoliche della Terra Santa – sottolinea Benedetto XVI – che, nella loro fede e devozione, sono come delle candele accese che illuminano i luoghi santi cristiani, onorati un tempo dalla presenza di Gesù, il nostro Dio vivente».

«Le diverse Chiese cristiane che qui si trovano – prosegue il Papa – rappresentano un patrimonio spirituale ricco e vario e sono un segno delle molteplici forme di interazione tra il Vangelo e le diverse culture. Esse ci ricordano anche che la missione della Chiesa è di predicare l’amore universale di Dio e di riunire da lontano e da vicino tutti quelli che sono chiamati da Lui, in modo che, con le loro tradizioni ed i loro talenti, formino l’unica famiglia di Dio».

Benedetto XVI torna a parlare di pace alla comunità cristiana di Gerusalemme, che incontra nella sua visita alla Concattedrale di Latina. «Chiedo anch’io a voi di pregare per la pace di Gerusalemme, di pregare continuamente per la fine del conflitto che ha arrecato così grandi sofferenze ai popoli di questa regione». E rassicura i cristiani di Terra Santa, nella Messa celebrata nella Valle di Josafat: «Spero che la mia presenza qui sia un segno che voi non siete dimenticati, che la vostra perseverante presenza e testimonianza sono di fatto preziose agli occhi di Dio e sono una componente del futuro di queste terre».

13 maggio 2009

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