Battiato, lampi di forte spiritualità

Il nuovo disco vive gran parte del suo fascino nelle continue evocazioni della memoria. In una canzone come “Irresistibile richiamo” c’è un pezzo di umanità straordinariamente religiosa di Walter Gatti

Dopo alcuni anni di differenti e creative peregrinazioni tra musica classica, cinematografia, musica leggera e filosofia, Franco Battiato è tornato ad incidere un disco di fortissima personalità, Apriti Sesamo, ed onestamente la canzone italiana respira una boccata d’aria. È così vero che in queste settimane le classifiche e le radio ci sommergono di finti artisti attenti al look e ignari di un qualsivoglia contenuto interessante che esuli dal tema “ti amo, ti posseggo, ti lascio, mi distruggo per la mia solitudine”, che non appena uno dei nomi della “vecchia guardia” torna ad incidere lo si afferra come un’ancora di salvezza nella noia tremenda che circonda il mondo delle sette note.

Quel che il cantautore siciliano riesce a dire e a dare in musica lo sappiamo dagli anni Ottanta, da quando in forma di canzonette riuscì a far passare contenuti musicali e letterari insoliti, legati ad una metrica e ad una poetica non succube delle solite chiacchiere da bar e neppure figlia di quella certa “presunzione autoriale” che è stata la chiave di volta del fenomeno dei cantautori.

Con le sue canzoni una cultura non-allineata sui soliti temi, fortissimo misticismo, una introspezione insolita e quasi monacale sono diventati argomento da classifica e patrimonio non solo musicale di giovani e non, al punto da trasformare ritornelli come “cerco un centro di gravità permanente che non mi faccia mai cambiare idea”, oppure “sul ponte sventola bandiera bianca”, in frasi fatte dell’opinione popolare.

Nel nuovo disco, che ripercorre i temi più cari a Battiato con in più una forte riflessione sul ponte temporale passato-presente-futuro, c’è anche Irresistibile richiamo, una delle più belle canzoni della sua nuova opera:

Era magnifico quel tempo, com’era bello,
quando eravamo collegati, perfettamente,
al luogo e alle persone che avevamo scelto,
prima di nascere. …….
Un suono di campane
lontano, irresistibile, il richiamo
che invita alla preghiera del tramonto.

Immagini da ragazzini con i pantaloni corti, da mamme con il velo in testa, poche automobili in circolazione, televisione in bianco e nero. Questo disco vive gran parte del suo fascino in questo continuo tornare sul passato, sulle evocazioni della memoria, su parole che sgorgano su tappeti di pianoforte per arrivare in modo diretto alle orecchie di chi ascolta. Ed è un ritornare al passato senza retoriche da “bei tempi andati”, ma puntellato di fatti: qui ci sono le campane e il loro suono, altrove (in Quando ero giovane) ci stanno le balere di Milano e della Lombardia.

Ma in questa canzone il ricordo dell’irresistibile richiamo di quelle campane di paese, che oggi sempre meno spesso si ascoltano, il suono del bronzo si mescola ad un altro suono non acustico, ma ben più profondo. Il richiamo risveglia e rimanda ad un’altra scoperta, quella ben più irresistibile, di se stesso, del proprio io, del proprio “volto”:

Gentile è lo specchio, guardo e vedo
che la mia anima ha un volto.

Ecco quello che rende fortissimi i lampi di luce che Battiato è ancora in grado di scoperchiare dal crogiolo delle sue musiche: le scoperte inattese di quel se stesso insopprimibile. “La mia anima ha un volto”. Sicuramente Franco Battiato non è un cristiano in senso stretto ed osservante. La sua è una spiritualità cangiante, forte e ricca di elementi lontanissimi, un sincretismo religioso e mistico in cui la santa di Avila si trova a fianco dell’induista Osho Rajneesh (che aveva scritto “Se non c’è uno specchio, non vuol dire che non hai un volto”).

Eppure in una canzone come Irresistibile richiamo c’è un pezzo di umanità straordinariamente religiosa. Si entra nel passato, lo si naviga, per ritrovar se stessi. Qualcuno oggi potrebbe negare di desiderare di scoprire fino in fondo il proprio volto? Oppure ci possiamo accontentare di maschere e trucchi con cui entriamo nel mondo quotidianamente?

7 novembre 2012

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