Battiato e i suoi “Fleurs”, nella Capitale per quattro serate

Dal 3 al 6 marzo il cantautore catanese sarà all’Auditorium Conciliazione con un concerto quasi teatrale, in cui propone la sua versione di classici italiani e stranieri di Concita De Simone

Garbo, eleganza, passione e fare aristocratico insieme: questo è Franco Battiato, il cantautore – ma anche regista, pittore e scrittore – catanese che torna ad esibirsi dal vivo offrendo il nuovo repertorio del secondo capitolo dei suoi “Fleurs”. Sarà un Battiato ancor più teatrale quello che si presenterà all’Auditorium Conciliazione per ben quattro serate, dal 3 al 6 marzo, per far ascoltare ancora le riletture di grandi canzoni del passato, tanto lontane dalle banali “cover” quanto vicine allo spirito innovativo delle avanguardie letterarie del ‘900, da Borges in avanti, come prevede il suo lungo progetto discografico.

“Fleurs II”, scritto come sempre insieme al filosofo Manlio Sgalambro, è il capitolo conclusivo della trilogia iniziata nel 1999 (che ha visto uscire il primo, il terzo album e infine il secondo) e viene presentato dal vivo in Italia dopo i successi di Parigi e Londra nell’autunno 2008, dove ha incantato due fra le platee più esigenti d’Europa.

In “Live theatre 2009”, l’interprete orchestratore, come ama definirsi lo stesso Battiato, è accompagnato da una formazione di sicura e assoluta armonia: Manlio Sgalambro alla voce, Carlo Guaitoli al pianoforte, Angelo Privitera alle tastiere e programmazione, Davide Ferrario alla chitarra e voce, e dal Nuovo Quartetto Italiano (Alessandro Simoncini, primo violino; Luigi Mazza, secondo violino; Demetrio Comuzzi, viola; Luca Simoncini, violoncello).

Tante le perle di quest’ultima raccolta: oltre all’inedito “Tutto l’Universo Obbedisce all’Amore”, con la partecipazione di Carmen Consoli, e alla felice collaborazione con Antony, talentuosa rivelazione degli ultimi anni che compare in più canzoni, troviamo, rispolverati con raffinatezza, “Sitting on the Dock of the Bay” di Otis Redding, altro duetto con Anne Ducros; “Il Carmelo di Echt” di Juri Camisasca, uno degli autori con cui Battiato aveva brillantemente collaborato nella sua giovane carriera milanese. E poi “Era d’estate” di Sergio Endrigo, autore da cui Battiato è sempre stato affascinato; “Del suo veloce volo” di Antony & The Johnsons; “Bridge over troubled water” di Simon e Gurfunkel; “Te lo leggo negli occhi” e “Inverno” di De Andrè; “Il Venaitd’Avoir 18 Ans” di Dalida, simbolo della magnifica stagione degli chansonnier dei primi anni ’60, che viene rievocata dalla meravigliosa cantante iraniana Sepideh Raissadat.

Ed è solo grazie al suo gusto sopraffino, ai curati arrangiamenti da musica classica e da musica da camera, alla sua voce vellutata, che queste canzoni, scelte perché già belle, diventano delle vere e proprie opere d’arte, che, nel contesto intimo e semplice del teatro, acquistano ancor più valore.

27 febbraio 2009

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