Augusto alle Scuderie del Quirinale
Una mostra che si propone di offrire un quadro complessivo del primo imperatore di Roma. Fino al 9 febbraio statue e oggetti che raccontano la propaganda ideologica e il culto della personalità di Francesca Romana Cicero
Le Scuderie del Quirinale celebrano il bimillenario della morte di Augusto con una mostra che si propone di offrire ad un pubblico ampio e vario un quadro complessivo del primo imperatore di Roma. Una mostra precedente dedicata al figlio adottivo e pronipote di Cesare risale addirittura al 1937, bimillenario della sua nascita, quando – all’indomani della guerra in Etiopia – Mussolini, con un uso strumentale della storia e dell’arte, volle presentarsi, come successore ed erede di Augusto, fondatore di un nuovo romano impero. Il ritratto di Augusto di Prima Porta, raffigurato con la toga (veste canonica del cittadino romano), come primus inter pares, col destro levato, evocava poi qualcosa di simile al saluto romano fascista e fu usato in francobolli e rotocalchi.
L’allestimento attuale è condizionato dalla natura stessa delle Scuderie, più consona a mostre storico – artistiche che archeologiche (considerata anche l’impossibilità di sostenere pezzi che pesano tonnellate), e alla difficoltà dei prestiti. Sono state privilegiate quindi le arti figurative: circa 200 opere, tra sculture, oggetti in argento, bronzo, vetro, pietre preziose etc. – non divise per generi – ne ricostruiscono la scalata al potere, l’impero, il culto della personalità e lo spazio riservato alla cultura. Una nuova età dell’oro è a lui attribuita. Nei famosi versi della IV egloga delle Bucoliche di Virgilio, per alcuni studiosi la nascita del puer alluderebbe, infatti, non alla figura di Cristo, ma allo stesso imperatore.
Numerose le fonti scritte cui attenersi: Valerio Patercolo, Svetonio, Tacito, Cassio Dione e lo stesso imperatore, che ha regnato per oltre quarant’anni, assicurando la massima estensione dell’impero, comprensivo di tutto il bacino del Mediterraneo, dalla Spagna alla Turchia, fino alla Germania, mantenendo la pax.
Dal punto di vista amministrativo, oltre ad istituire una nuova forma di organizzazione politica – il principato- repubblicana nella forma, monarchica nella sostanza, suddivise l’impero in province sotto il suo diretto controllo (quelle di più recente acquisizione e/o quelle distribuite lungo i confini) e quello del senato (fatta eccezione per l’Egitto, provincia speciale, divenuta poi il “granaio” di Roma). Presentatosi inoltre come un nuovo Romolo – «Ho trovato una città di mattoni, lascio una città di marmo» – coltivò la propaganda politica fondando il culto della personalità, diffusa attraverso la cultura, il recupero dei costumi degli antichi (mos maiorum) e della pietas, il rinnovo delle istituzioni religiose e la costruzione delle opere. «Refeci», ricostruì, rifondai monumenti, come il teatro Marcello, l’Ara Pacis e il foro, creazioni del suo potere.
Propaganda ideologica e culto della personalità riscontrabili in mostra nella selezione proveniente dal tesoro di Boscoreale, composto da ciotole, cucchiai bicchieri, patere, specchi, tazze in bronzo, oro e argento: oggetti che riproducono motivi decorativi, che evocano l’abbondanza e la prosperità con racemi vegetali, girali di acanto e paesaggi bucolici. Motivi raffigurati anche su monumenti e oggetti di arredo domestico o funerario. La mostra offre esempi in tal senso di gioielli che, nonostante la riprovazione e l’ironia dei poeti satirici, data l’abbondanza di materie prime provenienti anche da bottini di guerra, si diffondono tra le donne romane. Seguono monete, che vanno dalla legittimazione politica di Augusto all’annuncio del prossimo avvento di Tiberio, suo figlio adottivo e successore. Infine, sono esposti ritratti pubblici della famiglia imperiale, realizzati per motivi retorici e per promuovere una politica dinastica. Esisteva all’epoca un mercato dell’arte che produceva calchi in gesso e terracotta, che servivano da modello per ritratti ufficiali, da distribuire nei laboratori artistici locali per realizzarne copie.
Tutte le opere tuttavia riflettono la ricerca di una nuova classicità, che passa attraverso l’emulazione ed imitazione dei modelli greci. Una nuova classicità per un linguaggio comune di un impero che si propone universale.
Augusto alle scuderie del Quirinale. Fino al 9 febbraio 2014. Biglietti: Intero € 12,00; Ridotto € 9,50. Orario: dalla domenica al giovedì dalle ore 10 alle 20; venerdì e sabato dalle ore 10 alle 22.30. Informazioni: tel. 06 39967500
13 dicembre 2013