Argentina, aperti al «teatro del mondo»

Ultima tappa del viaggio tra i cartelloni 2012-2013 dei principali palcoscenici romani. Per lo stabile diretto da Lavia, coproduzioni e collaborazioni con il RomaEuropa Festival e Le vie dei festival di Toni Colotta

Con la puntata di oggi si conclude la carrellata sui cartelloni 2012-13 di alcuni dei maggiori palcoscenici romani. E ci preme fare un’osservazione: sia il Quirino sia l’Eliseo, e gli altri da noi presentati, hanno registrato un sensibile aumento di spettatori, contro l’idea che anche in questo campo la depressione spenga l’interesse della cittadinanza. Anche il Teatro di Roma, ovvero l’Argentina, a gestione pubblica, sbandiera i suoi successi: l’aumento massiccio degli abbonamenti e dei biglietti venduti al botteghino. Cosa si offre dunque a tanti appassionati nella stagione che si apre a settembre e si conclude a maggio 2013? Dice Gabriele Lavia, direttore artistico dello Stabile romano: «Roma è quella città che, nella storia del mondo, ha determinato l’intero Occidente. Per questo non possiamo non tenere aperta la prospettiva sul Teatro del mondo».

Si va così dal binomio italiano Armando Pirozzi – Massimiliano Civica, l’uno autore, l’altro «metteur en scène» di Soprattutto l’anguria, dove il surreale sposa il grottesco, a Divina Commedia, ovvero due cantiche del poema dantesco rivissute e rese con caleidoscopiche immagini dal grande innovatore lituano Eimuntas Nekrosius (con sottotitoli in italiano) e il magnifico gruppo di suoi allievi a Vilnius. Torna il già noto e ammirato Servo di scena di Harwood, questa volta prodotto dallo Stabile di Brescia e Teatro degli Incamminati con al centro Franco Branciaroli, attore prodigioso e regista. Da Genova giunge un’originale Marguerite Duras con Il dolore, protagonista Mariangela Melato; e dal Teatro Due un titolo di grande risonanza, Non si uccidono così anche i cavalli?, romanzo di McCoy, trasposto nel 1969 da Pollack in un film indimenticabile, qui nell’adattamento di Giorgio Mariuzzo.

Non poteva mancare il drammaturgo argentino di cui più si parla, Rafael Spregelburd con La modestia, prodotto dal Piccolo di Milano e già prenotato dal festival spoletino per la regia di Luca Ronconi con attori di alto livello fra cui Maria Paiato. E il genio di Eduardo De Filippo con Le voci di dentro, che mostrerà insieme sul palcoscenico i fratelli Servillo, Toni e Peppe, attori poeti a loro modo e il primo anche regista. Dopo 2.700 recite nel mondo rivedremo il goldoniano Arlecchino servitore di due padroni, mitico capolavoro scenico concepito da Strehler, l’unica pièce teatrale di Elsa Morante, La serata a Colono. Ma ben altro «teatro del mondo» viene all’Argentina tramite coproduzioni e collaborazioni con il RomaEuropa Festival e Le vie dei festival: dalla danza di Akram Khan nella prima nazionale di Desh, a Circus Klezmer e il già celebre Giù di Spiro Scimone, Birds with Skymirrors e la prima assoluta di The Quicksand Project.

16 luglio 2012

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