Aprire il cuore davanti alla Madonna della Clemenza

di Marco Frisina

Camminare per le vie di Trastevere è sempre emozionante e sorprendente. La bellezza e la poesia di Roma antica toccano il nostro cuore e la nostra fantasia, suggeriscono pensieri e ricordi, ci fanno respirare lo scorrere del tempo; le stagioni storiche e artistiche si susseguono davanti ai nostri occhi, ci raccontano la città, le sue vicende, le sue glorie e le sue miserie. Tra questi luoghi incantati della memoria c’è la piazza di Santa Maria in Trastevere. Entrando nell’antica chiesa siamo inondati dalla ricchezza dei mosaici e dal loro soffuso bagliore che celebra, con lo splendore tipico dell’arte del Medioevo, il mistero della luce e del colore, raccontando il Vangelo con l’oro e gli smalti in una successione mirabile di icone, dipinte nelle tessere di pietra dei suoi mosaici. È bello soffermarsi a leggere queste storie scolpite con il colore da Pietro Cavallini: a volte vorremmo arrampicarci in alto, fin lassù dove i mosaici sono collocati per poterne gustare i particolari. Ma possiamo ugualmente godere dell’insieme che ci appare dalla navata e soprattutto dal presbiterio. La fede cristiana ha sempre prodotto capolavori straordinari quando ha voluto esprimere la sua devozione alla Madre di Dio sia nell’architettura che nelle arti visive o musicali. È bello allora soffermarsi a pregare davanti alla stupenda immagine del VI secolo, all’icona della Theotokos, detta Madonna della Clemenza, per farci compagni di tanti fedeli che davanti a lei aprirono il loro cuore e la loro anima.

17 maggio 2009

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