«Annunciare la risurrezione con vigore e gioia»

L’augurio del Pontefice per il dopo-Convegno allo stadio “Bentegodi”: «Portate nel mondo la speranza di Dio» da Verona Angelo Zema

Da un «moderno aeropago», come il Papa ha definito lo stadio “Bentegodi” di Verona, arriva un nuovo appello alla necessità di testimoniare con forza la Risurrezione di Cristo, «mistero qualificante del cristianesimo». E insieme un abbraccio spirituale a tutta la comunità ecclesiale italiana, «Corpo di Cristo vivente», dal successore di Pietro.
Benedetto XVI, di fronte a migliaia di persone, a cominciare dai delegati del IV Convegno ecclesiale nazionale, e ad autorità civili, ha presieduto oggi pomeriggio la Messa dopo il discorso della mattina alla Fiera. La Risurrezione è stata il tema centrale dell’omelia, in continuità con il tema del Convegno, “Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo”.

«Cristo – ha detto il Papa – viene oggi, in questo moderno areopago, per effondere il suo Spirito sulla Chiesa che è in Italia, perché, ravvivata dal soffio di una nuova Pentecoste, sappia “comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”, come propongono gli Oriantementi pastorali della Cei per il decennio 2000-2010». Una comunicazione della fede che deve essere innanzitutto l’annuncio, «con vigore e con gioia», dell’«evento della morte e risurrezione di Cristo, cuore del cristianesimo, fulcro portante della nostra fede, leva potente delle nostre certezze». «Soltanto a partire dalla Risurrezione – ha detto ancora Benedetto XVI – si comprende la vera natura della Chiesa e della sua testimonianza, che non è qualcosa di staccato dal mistero pasquale, bensì ne è frutto». Una testimonianza che nasce e si rinnova proprio dalla «salda fede nella risurrezione di Gesù che fonda la speranza». «La certezza che Cristo è risorto – ha sottolineato – ci assicura che nessuna forza avversa potrà mai distruggere la Chiesa. Ci anima anche la consapevolezza che soltanto Cristo può pienamente soddisfare le attese profonde del cuore umano e rispondere agli interrogativi più inquietanti sul dolore, l’ingiustizia e il male, sulla morte e l’aldilà».

L’augurio finale è per il dopo-Convegno, per una testimonianza di «una vita convertita e perdonata» rimanendo in preghiera con Maria e nella Chiesa. Dopo aver rivissuto in questi giorni l’esperienza del Cenacolo, ha concluso Benedetto XVI, «ora, consacrati dalla sua “unzione”, andate! Portate il lieto annuncio ai poveri, fasciate le piaghe dei cuori spezzati, proclamate la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, promulgate l’anno di misericordia del Signore (cfr Isaia 61,1-2). Ricostruite le antiche rovine, rialzate gli antichi ruderi, restaurate le città desolate (cfr Isaia 61,4). Sono tante le situazioni difficili che attendono un intervento risolutore! Portate nel mondo la speranza di Dio».

19 ottobre 2006

Potrebbe piacerti anche