Amori da dimenticare e amori da raccontare

di Angelo Peluso

Ognuno di noi è sempre protagonista di un romanzo d’amore, con alti e bassi, momenti di malinconia o di delusione profonda, felicità che non abbiamo colto e gioie inattese che ci hanno coinvolto all’improvviso.

Abbiamo sempre presente la speranza dell’incontro che cambi la vita , di quella magica affinità che ci renda unici e insostituibili con quella persona. A quanti “amori” passiamo vicino e non percepiamo questa sintonia presi dalla distruttività di una corsa continua senza valori.

L’amore che nasce è proprio quell’incontro che crea armonia in se stessi e ci fa sentire importanti; l’altro diventa la spinta ad agire, ad affrontare con creatività le difficoltà.

L’amore non deve mai essere un appoggiarsi all’altro o dargli la responsabilità del nostro futuro e della nostra integrità psichica così come qualsiasi forma di ricatto non è e non sarà mai espressione d’amore. All’incontrario l’amore finisce non per un litigio o per un episodio occasionale, ma per l’assenza dell’altro nel nostro schema mentale: un sentirsi soli anche con una mano vicina.

Probabilmente per tanto tempo c’era stata la speranza continua di ritrovare quella “mano vicina a dispetto di quell’egoismo psicologico” che lentamente si è fatto strada nel rapporto: è la freccia di dolore che sostituisce la freccia di gioia del primo incontro delle due anime.

L’amore non finisce con l’attrazione sessuale che non c’è, ma rappresenta la fine della complicità che non c’è più.

È questo continuo crocevia il senso della vita e dell’amore che dobbiamo avere verso il nostro prossimo: non possiamo amare profondamente un’altra persona se dentro non abbiamo la capacità di saper amare il mondo attraverso di lei. La freddezza verso ciò che ci sta attorno, finiremo col riversarla – prima o poi – anche sul partner. Ricordandoci che il vero unico nemico è l’aridità dei sentimenti.

«Parliamo incessantemente a noi stessi del nostro mondo ed è proprio grazie a questo nostro dialogo interiore che lo preserviamo, e ogni qualvolta smettiamo di parlarci di noi e del nostro mondo, il mondo rimane sempre come dovrebbe essere. Con questo nostro dialogo lo rinnoviamo, gli infondiamo vita, lo puntelliamo. Non solo; è mentre parliamo a noi stessi che scegliamo le nostre strade. Ripetiamo quindi le stesse scelte fino al giorno della morte, perché fino a quel giorno continuiamo a ripeterci le stesse cose…; ogni qualvolta il dialogo interiore si interrompe, il mondo collassa e affiorano aspetti di noi del tutto straordinari, come se fino a quel momento fossero stati sorvegliati a vista dalle nostre parole» (Castaneda, 1999)

Ci sono storie d’amore che ci portiamo dietro tutta la vita perché nel tempo molti – per fortuna – ricordano solo le cose belle e d’incanto spariscono quelle negative. Ci manca il coraggio o la voglia di ripensare come il “no” era nato dall’impossibilità a creare con quella persona una vicenda funzionale. La ricerchiamo dentro di noi per sempre e questo aumenta l’idealizzazione, il ridisegnare le vicende del passato in ottica diversa.

Strade in cui camminavamo con noia diventano strade piene d’amore,momenti o luoghi dove abbiamo vissuto fasi malinconiche, si trasformano in attimi magici.

Numerose ricerche scientifiche hanno messo in evidenza la fragilità di molti matrimoni nell’epoca odierna e come siano sempre i figli a risentirne per cui necessita sempre più costruire progetti nell’ambito dei servizi territoriali per favorire la prevenzione di questi disadattamenti e formare figure professionali capaci di accogliere chi attraversa queste difficoltà e che sappiano indirizzare la famiglia verso obiettivi e valori svincolati dalla corsa frenetica del consumismo, le cui ripercussioni cadono anche nelle relazioni affettive.

In sintesi possiamo dire, però, che l’amore è e resterà sempre un affollato crocevia tra un passato che ha sempre aspetti da voler cambiare, un presente che ci dà la voglia di vivere le emozioni e un futuro che abbia i connotati della fiaba almeno nel sogno di una notte. Anche questo aiuta a vivere meglio. Non dimentichiamoci mai, però, che solo il valore della vita in tutte le sue forme e manifestazioni, apre sempre,nuovi orizzonti al nostro cammino. Solo così ci sarà sempre la Luce Celeste di riferimento di fronte ad ogni possibile difficoltà.

19 marzo 2010

Potrebbe piacerti anche