Alla Fondazione Roma gli irripetibili anni ’60

A Palazzo Cipolla 170 opere raccontano la modernizzazione industriale e culturale del nostro Paese. Spiccano i tagli di Lucio Fontana e l’emergente Pop Art di Francesca Romana Cicero

Il dinamismo, la creatività dirompente, l’energia degli anni ’60 in Italia, sono ben rappresentati nella mostra allestita a Palazzo Cipolla presso la Fondazione Roma. Circa 170 pezzi raccontano la modernizzazione industriale, tecnologica e culturale dell’Italia negli anni del miracolo economico. Anni in cui Milano e Roma, dopo il secondo dopoguerra, sono state elette ideali centri propositivi avanguardistici. Antagoniste, ma complementari per sperimentazione ed apertura verso le altre forme espressive europee ignorate durante il ventennio fascista, Roma e il capoluogo lombardo favoriscono la nascita e la scoperta di movimenti, tendenze, raggruppamenti che ridefiniscono l’importanza della creatività anche attraverso lo sviluppo di gallerie, come lo Studio Marconi a Milano, veri e propri laboratori di modernità.

Come ha affermato Emmanuele Emanuele, presidente della Fondazione Roma, attraverso la mappatura delle energie creative, dell’attività delle gallerie, delle occasioni promosse dalle istituzioni pubbliche, delle proposte dei nuovi gruppi sperimentali, la mostra racconta la vitalità artistico-cuturale del nostro Paese, in grado di recepire ed offrire progetti di valenza internazionale.

La mostra si apre con una sezione dedicata al percorso di riduzione espressiva avviato alla fine degli anni ’50, con particolare attenzione per quelle ricerche che privilegiano la scelta di una superficie monocroma, spesso bianca, costitutiva di una nuova tabula rasa di una creatività libera. Spicca in questo contesto la figura di Lucio Fontana con i suoi tagli. «I miei tagli – diceva l’artista – sono soprattutto un’espressione filosofica, un atto di fede nell’infinito, un’affermazione di spiritualità. Quando io mi siedo davanti a uno dei miei tagli, a contemplarlo, provo all’improvviso una grande distensione dello spirito, mi sento un uomo liberato dalla schiavitù della materia, un uomo che appartiene alla vastità del presente e del futuro».

La seconda sezione è dedicata al dialogo tra il recupero dell’oggetto e dell’icona caratteristico del Nouveau Réalisme e l’emergente cultura della Pop Art; mentre nella terza è evidenziata l’internazionalità della nuova scena artistica e la spazialità ritrovata della scultura.

La mostra, che successivamente si trasferirà a Milano negli spazi espositivi di Palazzo Reale, si conclude con la sperimentazione di materiali, segni e figure e una speciale sezione audiovisiva multimediale, tesa a far rivivere il clima effervescente di quel periodo mettendo in relazione le arti visive con altri settori della cultura strettamente correlati ad esse, come la letteratura, il teatro, il giornalismo, la fotografia, la cronaca, il design e la moda.

“Gli irripetibili anni ‘60. Un dialogo tra Roma e Milano” c/o il Museo Fondazione Roma, Palazzo Cipolla, via del Corso 320. Fino al 31 luglio 2011. Mostra a cura di Luca Massimo Barbero. Catalogo Skira. Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 20 (la biglietteria chiude un’ora prima). Lunedì chiuso. Biglietto comprensivo di audio guida: intero 10 euro; ridotto 8 euro; famiglia 20,50 euro (valido per nuclei familiari di min 3 e max 5 persone). Informazioni e prenotazioni: 06.39967888 (da lunedì a venerdì dalle 9 alle 18, sabato dalle 9 alle 14).

21 giugno 2011

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