Al via una missione sanitaria per i bambini siriani

“Cor Unum”, ospedale Bambino Gesù e Caritas Libano protagonisti del progetto che aiuterà circa 4mila piccoli sfollati o rifugiati. Il capo progetto May El Hache: «Servono pediatria di base e vaccinazioni» di R. S.

Una missione sanitaria per i bambini siriani rifugiati in Libano, promossa dal Pontificio Consiglio “Cor Unum”, dall’ospedale pediatrico Bambino Gesù e da Caritas Libano. È l’iniziativa presentata oggi, mercoledì 27 novembre, nella sala stampa della Santa Sede. «Con i fondi stanziati potremo, in un primo momento, aiutare tra i 3 e i 4mila bambini», ha annunciato il cardinale Robert Sarah, presidente del dicastero pontificio. E sarà proprio il cardinale a recarsi in Libano, insieme al segretario del Pontificio Consiglio monsignor Giampietro Dal Toso, per «incontrare i vescovi e gli organismi di carità, e verificare al tempo stesso il procedere della missione sanitaria avviata per i bambini siriani», ha annunciato il porporato ai giornalisti.

Più di 2 milioni, al momento, i siriani rifugiati, per lo più nei Paesi dell’area mediorientale e mediterranea, dei quali, ha ricordato il cardinale, «oltre 800mila solo in Libano, 515mila in Giordania, 460mila in Turchia». Tra questi, «circa il 52% è composto da bambini e ragazzi sotto i 17 anni». A questi vanno aggiunti gli oltre 4 milioni di sfollati all’interno della stessa Siria. È proprio pensando a loro che è nato a Beirut, come frutto della collaborazione tra i tre enti promotori della missione, un ufficio informazioni e comunicazione relativamente agli aiuti – oltre 78 milioni di dollari – distribuiti in 20 città siriane, oltre che ai rifugiati negli Stati confinanti.

In Libano, ha spiegato il presidente del Bambino Gesù Giuseppe Profiti, l’ospedale pediatrico andrà a «supportare nella regione della Bekaa, al confine con la Siria, lo screening dei bambini e la somministrazione gratuita di medicinali». Il progetto, ha chiarito, prevede di sostenere l’attività della Caritas «finanziando un medico e un infermiere locale che possano raggiungere i campi profughi della regione offrendo servizi alle donne e bambini che non avrebbero accesso a servizi sanitari qualificati». Pediatria di base e vaccinazioni: queste, per la dottoressa May El Hache, capo progetto della missione, le priorità per i piccoli siriani in Libano. Si tratta di esigenze, ha spiegato, «che possono essere assolte da personale libanese, opportunamente formato, assistito e coordinato».

Il progetto prevede la fornitura dei farmaci e un compenso agli operatori sanitari libanesi. Il supervisore e coordinatore del progetto è un medico del Bambino Gesù, che si recherà mensilmente in Libano per valutare l’andamento della missione; altri medici dell’ospedale saranno coinvolti in un secondo tempo per i casi complessi, che saranno eventualmente selezionati.

27 novembre 2013

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