Al via la terza edizione di “Stoq”

Il progetto, a cui aderiscono sei atenei pontifici, contribuisce allo sviluppo del dialogo tra scienza e teologia di Matteo Mazzetti

Gioia di Fisc e Sir per la nomina episcopale di monsignor Giuliodori

Il progetto Stoq (Science, Theology and the Ontological Quest – Scienza, Teologia e Questione Ontologica) è giunto alla sua terza edizione. Da quest’anno la proposta, coordinata dal Pontificio Consiglio della Cultura e sovvenzionata dalla John Templeton Foundation, vede il contributo di tre nuove università pontificie, quella di San Tommaso D’Aquino, quella Salesiana e quella della Santa Croce in collaborazione con le tre iniziali: la Lateranense, la Gregoriana e la Regina Apostolorum. Il progetto nasce nel 2003, fondandosi sulla riflessione filosofico-teologica risvegliata da due encicliche di Giovanni Paolo II, “Veritatis Splendor” (1993) e “Fides et Ratio” (1998), e sulla scia del Giubileo degli scienziati, celebrato nel maggio del 2000.

Denominato quest’anno “Stoq III”, ha come sua principale finalità quella di contribuire allo sviluppo del dialogo fra scienza, filosofia e teologia, confrontando la visione cristiana del mondo, dell’uomo e della società con le odierne sfide che nascono in campo teoretico, etico e culturale, suscitate dal progresso attuale delle scienze e della tecnica. Propone inoltre percorsi di studio, attività seminariali e programmi di ricerca, con l’intento di tenere sempre vivo il dibattito e le relazioni tra scienza e fede. Nel 2005 ha dato vita ad un convegno internazionale “Stoq ‘05” in seguito al quale si è anche avviata la pubblicazione, in lingua inglese, di una collana di saggi: “The Stoq Project Research Series”, che raccoglie gli esiti e i risultati principali dei lavori svolti e offre sussidi didattici.

«Il progetto ha sempre avuto un duplice obiettivo – dice don Rafael Martìnez, professore straordinario di Filosofia della natura e delle scienze alla Santa Croce e direttore del progetto nell’ateneo – quello di presentare le tematiche scientifiche come qualcosa di fondamentale per i nuovi sacerdoti» e per tutti coloro che, in accordo con alcuni importanti inviti di Benedetto XVI , aspirano a trovare unità nel nostro sapere. Ma ha anche lo scopo di «permettere agli scienziati di integrare le loro conoscenze anche con un sostegno nella riflessione teologico- filosofica». «Pur rispettando la scienza – ci tiene a precisare Martìnez – come sapere autonomo che non deve essere mescolato con altre prospettive».

Il ciclo, che si articola in tre anni attraverso differenti programmi di studio e di ricerca nelle università coinvolte, trova anche importanti occasioni di condivisione e scambio interuniversitario. Ad esempio nel ciclo triennale di formazione culturale “Fede, cultura e scienza” iniziato quest’anno, promosso dal centro culturale “Paolo VI” in collaborazione con l’Ufficio di pastorale universitaria del Vicariato di Roma e la Facoltà di Filosofia dell’Università Salesiana, nel quale “Stoq III” partecipa con alcune conferenze. I corsi sono comunque aperti a tutti: possono prendervi parte gli studenti degli istituti che collaborano al progetto, inserendo le attività svolte nei loro piani di studio, ma anche scienziati, filosofi, teologi e chiunque sia interessato ad approfondire le basi razionali della propria fede.

22 febbraio 2007

Potrebbe piacerti anche