Al Museo Carlo Bilotti la verticalità di Filippo Marignoli

Una mostra dedicata all’artista perugino la cui opera è poco conosciuta in Italia. “Vertigo” è il titolo dell’esposizione, che allude all’inquietante vertigine dei paesaggi fissati sulle sue tele di Francesca Romana Cicero

Filippo Marignoli (Perugia 1926 – Seattle 1995), ovvero il marchese che amava dipingere trascrivendo sulla tela gli stati d’animo e la sua personale visione del mondo, sospesa tra superficie e profondità. Al Museo Carlo Bilotti Aranciera di Villa Borghese una retrospettiva ricostruisce il percorso di quest’artista, che ha collaborato con le maggiori gallerie europee del dopoguerra – l’attico di Bruno Sargentini a Roma e Denise René a Parigi –, poco noto in Italia per aver realizzato gran parte delle sue opere all’estero.

Vissuto a Spoleto, dove comincia ad avere importanti riconoscimenti presso critici del tempo ed attestati di stima da parte di amici, artisti che come lui ruotavano attorno alla figura di Ugo Castellani, se ne allontana nel momento della gloria e comincia a viaggiare tra Roma, New York, Honolulu e Parigi, per poi far ritorno in Italia. Viaggi, che costituiscono per Marignoli una sorta di transizione. Una transizione che separa una fase iniziale informale degli anni ‘50, materica, non riconducibile per sua natura ad una forma (figurativa o astratta), e la ricerca di superfici sempre più rigorose che culminano nella maturità in una verticalità nuova che non ha precedenti in Italia e nella pittura contemporanea.

“Vertigo” è infatti il titolo della mostra, che allude alla sensazione d’inquietante vertigine trasmessa dai paesaggi fissati nelle sue tele, ove il rigore delle linee spinge lo sguardo verso l’alto, verso nuovi orizzonti estetici e concettuali. Orizzonti inconsueti, alti e stretti, «sipari vibranti della verticalità assoluta che liquidano la profondità dello spazio così come risucchiano il tempo, restituendo una fenomenologia della vertigine» (Mascelloni). Vertigine, ovvero una nuova visione geometrica: labirinto, sfida o attrazione verso la verticalità assoluta?

Il percorso della mostra si articola su due piani: al pianterreno il visitatore segue le “isole” del percorso artistico di Marignoli, il suo particolarissimo senso d’equilibrio e dominio dello spazio. Al primo piano l’esposizione prosegue con una sezione dedicata ai disegni, alcuni dei quali contengono all’interno sue creazioni. La sezione si apre e chiude con due autoritratti.

“Filippo Marignoli.Vertigo” c/o il Museo Carlo Bilotti Aranciera di Villa Borghese, viale Fiorello La Guardia. Fino al 21 novembre 2010. Curatore: Enrico Mascelloni.Catalogo: Silvana 18 euro. Orario: da martedì a domenica dalle 9 alle 19; la biglietteria chiude alle ore 18.30; lunedì chiuso. Biglietto: intero 4,50 euro, ridotto 3,50 euro. Dal martedì al venerdì accesso con visita accompagnata ogni 30 minuti, dalle 9 alle 18. Durata della visita 45 minuti. Sabato e domenica: visita libera. Sconto del 10% sulla consumazione presso la caffetteria della Casina del Lago presentando il biglietto del Museo, nel giorno di acquisto. Tel. 060608 (tutti i giorni dalle 9 alle 21).

5 ottobre 2010

Potrebbe piacerti anche