Al Campus Bio-Medico l’arte in corsia

Musicoterapia e pittura per i pazienti oncologici: la novità della “medicina narrativa”. Il direttore generale Oricchio: «Noi non ci occupiamo solo di malattie, ma di persone» di Giulia Rocchi

Curare la malattia con l’arte oltre che con le medicine. Ascoltando musica, dipingendo quadri. Da diversi anni, in tutto il mondo, sta prendendo piede l’idea di integrare con l’espressione artistica i percorsi standard di diagnosi e cura all’interno di strutture ospedaliere. Si chiama narrative based medicine – medicina narrativa – grazie alla quale strumenti musicali, tavolozze e pennelli arrivano in corsia. La nuova tendenza si sta affermando anche al Campus Bio-Medico: nel policlinico universitario, infatti, si pratica musicoterapia con i pazienti del day hospital oncologico, mentre neanche una settimana fa l’artista Andrea Boldrini ha guidato alcuni pazienti affetti da tumore nella realizzazione di sei tele. E intanto dieci quadri del pittore marchigiano saranno esposte nella hall dell’ospedale fino al 30 agosto.

«Non c’è nulla di strano ad accostare arte e sanità – osserva Luca Borghi, docente di storia della medicina all’Università Campus Bio-Medico –, pittura e ospedale, bellezza e malattia. Anzi, a dire il vero, non si fa altro che rinverdire una tradizione antichissima che proprio attraverso le differenti espressioni artistiche ha sempre cercato di umanizzare gli ambienti ospedalieri o, viceversa, ha cercato di far cogliere ai profani le nuove potenzialità e i successi della medicina o della chirurgia proprio attraverso le opere d’arte. Negli antichi ospedali arabi, i celebri bimaristan – aggiunge –, si cercava di favorire la guarigione dei malati con veri e propri concerti musicali. Analogamente, non è un caso se alcuni ospedali cristiani tardo-medievali e rinascimentali come Santo Spirito a Roma o Santa Maria della Scala a Siena sono dei veri scrigni d’arte: architettura e pittura aiutavano ad elevare lo spirito».

«Non si può curare chi non si conosce e non si può conoscere nessuno, al quale sia negato di raccontarsi», commenta Daniele Santini, responsabile del day hospital oncologico del Campus Bio-Medico. Per aiutare i suoi pazienti ad affrontare le sedute di chemioterapia, l’anno scorso ha avviato il progetto di musico-terapia “Sette note per te”. «Il progetto – spiega il professore – sta dimostrato che l’ascolto di brani musicali riesce a ridurre ansia e stress, consente un miglior controllo del dolore e garantisce una più efficace risposta ai trattamenti». Non solo. «Nella malattia e nel dolore i rapporti umani acquisiscono maggiore profondità ed è più semplice percepire la realtà trascendente – chiosa il direttore generale del policlinico, Gianluca Oricchio –. La pittura in ospedale sottolinea che noi non ci occupiamo solo di malattie, ma di persone: i nostri sistemi gestionali e organizzativi ne sono una conseguenza».

24 luglio 2013

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