Al bando gli sciacalli in televisione
Dalla “tv del dolore” ai servizi dei telegiornali privi di rispetto per chi ha subìto un lutto. Continuano, senza sanzioni, le violazioni del Codice di Autoregolamentazione media e minori di Elisa Manna
La tv del dolore non è una novità: sono diversi anni ormai che siamo costretti a sorbirci, mentre siamo seduti a cena, stanchi di una giornata di lavoro, descrizioni accurate di come è stato ucciso il tale o di come è stata stuprata la tal altra. Non ci è stato risparmiato niente: corpi di tiranni insanguinati e travolti nella polvere, ricostruzioni di delitti efferati (vedi il caso Scazzi), inquadrature ripetute all’infinito del povero corpo di un giovane e sfortunato motociclista sbalzato dalla moto.
Pensavamo di aver visto tutto. Ma peccavamo di ottimismo: e così qualche giorno fa il Tg2, all’ora di pranzo, manda in onda un’intervista raccapricciante, condotta peraltro da una giornalista donna che pressa da vicino un infelice ragazzo di sedici anni, orfano da un giorno, che ha visto sua madre scomparire tra i flutti del nubifragio ligure mentre disperatamente lui riusciva a salvarsi aggrappandosi a un tronco.
La giornalista incalzava con domande tipo: ”cos’hai provato?”,”hai avuto paura di morire”, ”cos’hai provato quando hai visto scomparire la mamma”…. A questo punto il ragazzo è scoppiato in lacrime.
Ebbene, non è tollerabile: e non basta il disappunto del direttore Masi che dice di non aver fatto in tempo a visionare controllare il servizio. Basta, basta: non siamo più disposti a tollerare che si arrivi a torturare psicologicamente un povero orfano, cui la vita crudele ha strappato la madre da un giorno,
per fare audience.
Il Mercato sta diventando un mostro, un demone (altro che “non bisogna demonizzare il Mercato”), cui si sacrifica qualunque ritegno, sensibilità, compassione.
È giunto il momento di cacciare gli sciacalli, chi sbaglia deve rispondere del suo errore : esiste un Codice di Autoregolamentazione media e minori che vieta in uno specifico articolo di intervistare minori in situazioni di difficoltà, che intanto è diventato legge dello Stato; esiste la Carta di Treviso.
Il Consiglio Nazionale degli Utenti dell’AgCom ha espresso una condanna durissima. Esiste soprattutto, si spera, ancora la compassione. Ritroviamo la forza e la luce dei nostri ideali e battiamoci fino in fondo per essi.
16 novembre 2011