“Abbasso il grigio” con artisti disabili

Dedicata ai bambini l’edizione 2007 della mostra del movimento “Gli Amici” della Comunità di Sant’Egidio di Giulia Rocchi

I giochi dei bambini diventano tratti leggeri di pennello, i loro dolori i materiali di recupero di installazioni e bassorilievi. L’universo dei minori si fa pittura e scultura, grazie a 330 opere realizzate da artisti disabili del movimento “Gli Amici” della Comunità di Sant’Egidio. “I bambini nel mondo, il mondo dei bambini” è infatti il tema dell’edizione 2007 di “Abbasso il grigio!”, manifestazione nata dieci anni fa per iniziativa de “Gli Amici”, realizzata con la collaborazione del Centro di ricerca Mlac-Museo laboratorio dell’università La Sapienza di Roma, e con il sostegno del ministero della Pubblica Istruzione, dell’assessorato alle Politiche culturali del Comune di Roma e sponsorizzata da Telecom Progetto Italia. Fino a domenica prossima, al Museo di Roma in Trastevere sarà possibile ammirare i dipinti e le creazioni degli artisti. Scegliendo di acquistare un opera, inoltre, si contribuirà al progetto Dream per la cura dell’Aids, portato avanti dalla Comunità in diversi Paesi dell’Africa.

Non solo arte, dunque, ma solidarietà. Per scelta degli stessi artisti. «Visitare la mostra è un modo per scoprire la sensibilità e la cultura di queste persone – spiega Antonella Antezza, volontaria di Sant’Egidio nel laboratorio di pittura di Trastevere e tra gli organizzatori dell’esposizione – tutti disabili adulti con problemi di diverso tipo». Per molti, lo scoglio principale è quello della comunicazione: c’è chi è affetto da autismo, o chi può parlare solo con l’aiuto di facilitatori. «Verbalmente riescono a comunicare molto meno di quella che è la complessità del loro pensiero», sottolinea ancora la volontaria.

Ne sono prova le opere esposte, dove i ricordi personali dell’infanzia – dalla vita in istituto alle favole ascoltate prima di addormentarsi – si intrecciano con la cronaca e l’attualità. C’è chi ha scelto di rappresentare a colori, ad esempio, il dramma di “Yaguine e Fodè” (opera collettiva), i due ragazzi africani morti nel carrello dell’aereo nel quale si erano nascosti per venire in Europa e consegnare la loro celebre “Lettera ai governanti”. O la tragedia di “Lili e Sasha” (firmata da Massimiliano Pantini), giovani rom morti nel rogo della baracca in cui vivevano. Lo sguardo si allarga ad indagare la condizione dei bambini nel mondo: condannati all’Aids e alla fame in Africa o sfruttati come soldati nelle guerre civili (come in “Pollicino a Gulu”, di Annamaria Cordone, nella foto). E non mancano, neppure, i riferimenti al Vangelo, alla frase pronunciata da Gesù «Lasciate che i bambini vengano a me», che dà il titolo a diverse opere.

Per preparare le opere, gli artisti hanno lavorato nei 10 laboratori della Comunità sparsi nella Capitale; quelli di Trastevere (proprio davanti al Museo, in piazza Sant’Egidio) saranno aperti al pubblico nei giorni della mostra. Per l’occasione pubblicato anche il volume “Con l’arte da disabile a persona” (Gangemi Editore), che racconta 20 storie di artisti con disabilità.

9 novembre 2007

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