A Palazzo Corsini due dipinti di Lanfranco a confronto
Due tele con lo stesso soggetto e le stesse atmosfere intime ed evocative: Sant’Agata risanata dall’angelo inviato da San Pietro di Francesca Romana Cicero
Il restauro eseguito sul dipinto appartenente alla Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Corsini del pittore parmense Giovanni Lanfranco sul tema della Sant’Agata risanata, oltre a restituirne la delicata cromia, ha costituito l’occasione per approfondirne le conoscenze sul piano storico, iconografico e prettamente scientifico. Studi favoriti dal generoso prestito di un’altra versione dell’artista, raffigurante il medesimo soggetto, di proprietà della Galleria Nazionale di Parma esposto in mostra a fianco di quello romano.
Negli ultimi decenni il dipinto romano era considerato una semplice replica, tarda e “qualitativamente” meno apprezzabile, di quello parmense, ma la pulitura e le indagini riflettografiche ne hanno evidenziato pentimenti (punta del naso di San Pietro, le sue dita della mano tremule etc.) tali da farlo ritenere sicuro autografo del Lanfranco e presumibile prima versione eseguita.
Se la potenza chiaroscurale e l’atmosfera notturna evocativa, la scelta della tela a formato superiore “da stanza”, la composizione in orizzontale, la luce che proviene dalla torcia sorretta dall’angelo che illumina trasversalmente la scena lasciando in ombra l’apostolo, rimandano alle tecniche esecutorie di Caravaggio, i dipinti di Lanfranco sono privi di realismo drammatico. Il linguaggio e l’atmosfera sono delicatamente intimi nell’evocare un exemplum di fortezza e abbandono fiducioso in Dio: attraverso la bellezza e purezza del corpo verginale della Santa l’umano e il divino s’incontrano.
Il soggetto, la vicenda di una nobile fanciulla cristiana sottoposta a martirio per non tradire la sua verginità e fede, era caro alla cultura seicentesca. Sant’Agata, vissuta nel sec. III, probabilmente sotto Diocleziano e non Decio, era stata oggetto delle attenzioni di Quinziano, governatore dell’imperatore in Sicilia. Avendo ella fatto voto di verginità, venne fatta arrestare con l’accusa pretestuosa di non aver accettato di osservare il culto pagano. Condotta in un postribolo per piegarne la volontà, e poi nuovamente in carcere, le furono amputate le mammelle. Ma nel cuore della notte venne guarita dall’apostolo Pietro, preceduto da un angelo con le sembianze di fanciullo che portava in mano una lampada. Rifiutatasi di fuggire (le guardie che avevano visto un forte bagliore nella sua cella erano scappate), la santa spirò poi in carcere.
Il tema della martire (in greco significava testimone, dunque Sant’Agata era stata testimone di Cristo dinanzi ad un tribunale umano) siciliana, che espone con dolente pudore il seno ferito al tocco risanatore di San Pietro, è raffigurato in tutta la sua efficacia sentimentale e seduttiva nelle due versioni di Lanfranco, posizionate al termine del percorso espositivo del Museo.
Museo Corsini che rappresenta l’esempio più significativo di collezione fidecommissa a Roma, mantenuta pressoché inalterata dal ‘700: dato il divieto agli eredi di alienare le opere d’arte di proprietà della famiglia, la preziosa raccolta – che annovera capolavori di Guido Reni, Orazio Gentileschi, Caravaggio, Carracci, Maratti, etc. – è ancora oggi ospitata al piano nobile all’interno di un’elegante decorazione che riveste pareti e porte. Già Palazzo Riario e Reggia di Cristina di Svezia, il Palazzo ospita anche la Biblioteca Corsiniana ed è sede dell’Accademia dei Lincei.
“Effetto Notte. La Sant’Agata risanata. Due dipinti di Lanfranco a confronto” c/o la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Corsini, via della Lungara 10 (Trastevere). Fino al 3 luglio 2011. Curatore Mostra: Angela Negro. Catalogo: Gangemi editore 20 euro. Ingresso: dalle 9 alle 19 dal martedì alla domenica. Biglietto: compreso nel prezzo del biglietto del Museo: intero 4 euro, ridotto 2 euro (la biglietteria chiude alle 19). Informazioni: tel. 06.68802323; prenotazioni gruppi e scuole fax 06.32651329.
17 maggio 2011