“Uno di noi”, la partita non è chiusa

Non si ferma la mobilitazione, dopo la bocciatura della Commissione europea il 28 maggio scorso. Casini: «Rrivolgiamo un appello a tutte le forze dell’intelligenza europea» di R. S.

Alla vigilia dell’insediamento del nuovo parlamento di Strasburgo, la Camera dei deputati ha ospitato ieri, lunedì 30 giugno, la conferenza stampa organizzata dal Comitato Unodinoi, dai medici e giuristi cattolici e dal Forum famiglie per protestare contro lo “stop” della Commissione europea da poco scaduta all’iniziativa popolare a favore del riconoscimento della dignità dell’embrione umano fin dal suo concepimento, firmata da oltre due milioni di cittadini.

«Inaccettabile» per Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita, il responso negativo della Commissione del 28 maggio scorso, perché «evita di esaminare i punti critici e non prende neppure in considerazione la domanda fondamentale relativa alla necessità che le istituzioni europee riconoscano il concepito come un essere umano, cioè come uno di noi fin dal concepimento». Di qui l’auspicio che la nuova Commissione europea prenda in considerazione la petizione, facendone «oggetto di un serio, approfondito dibattito».

«Far sapere alle istituzioni comunitarie che la partita non è chiusa». Questo, nelle parole di Casini, l’obiettivo della conferenza stampa nel corso della quale è stato lanciato un appello a tutte le forze «dell’intelligenza europea: gli scienziati che conoscono i segreti della vita, i giuristi che amano la giustizia, i politici che lavorano per il bene comune». Le autorità, ha chiosato il presidente del Movimento per la vita, «non potranno non ascoltarci».

D’accordo anche Filippo Boscia, presidente dei medici cattolici. «Il mondo scientifico – ha sottolineato – non può continuare ad ignorare che l’embrione è uno di noi e merita il rispetto e la tutela come qualunque altro essere umano. Siamo al paradosso che si sperimenta sulle cellule embrionali per non sperimentare sugli animali». Paradosso che, gli ha fatto eco Gianni Giacobbe, intervenuto in rappresentanza del presidente dei giuristi cattolici Francesco D’Agostino, è arrivato anche nel pensiero giuridico, se è vero che «si arriva a considerare la distruzione dell’embrione come una dimostrazione del diritto alla vita. Quando verità e menzogna, bene e male si confondono a tal punto vuol dire che è giunto il momento di un grande movimento di popolo che sostenga e rilanci i valori fondanti della società».

Proprio per questo medici, giuristi e politici di tutta Europa sottoscriveranno un appello specifico per ogni categoria per chiedere che il nuovo Parlamento europeo accetti il confronto con i milioni di cittadini che hanno aderito a Uno di noi.

1° luglio 2014

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