Le parole del cardinale Bergoglio “Agli educatori”

Pubblicato dalla Lev un volume che raccoglie scritti e interventi pronunciati dall’allora arcivescovo di Buenos Aires tra il 2008 e il 2012. Al centro, l’urgenza dell’educazione di R. S.

«Camminate nella luce, non lasciatevi sedurre dai mercanti delle tenebre». Queste parole del cardinale Jorge Mario Bergoglio risuonano, insieme a molte domande sull’urgenza dell’educazione, nel volume “Agli educatori”, uscito oggi, martedì 20 maggio, per i tipi della Libreria Editrice Vaticana. Una raccolta di omelie, lettere pastorali e interventi pronunciati dall’allora arcivescovo di Buenos Aires tra il 2008 e il 2012. «Mi piace molto l’espressione di un autore americano: dice che Dio ci diede due occhi, uno di carne e uno di vetro; con quello di carne vediamo ciò che guardiamo, con quello di vetro ciò che sogniamo – si legge nel testo -. Insegniamo ai nostri ragazzi a vedere la vita con questi due occhi?». Il nutrimento è quel “Pane della speranza” al quale è dedicato la prima parte del volume: 13 interventi, tra i quali alcune omelie in occasione della veglia pasquale e della solennità del Corpus Domini.

Nella seconda parte del testo, intitolata “Non stancarti di seminare”, sono compresi invece 9 documenti, tra cui alcune lettere indirizzate ai catechisti dell’arcidiocesi. Al centro, una domanda: «Stiamo educando alla speranza?». Nelle parole del cardinale Bergoglio, è un mandato che implica tre elementi: «memoria del patrimonio ricevuto e fatto proprio; lavoro di quel patrimonio affinché non sia un talento sotterrato; proiezione, tramite le utopie e i sogni, verso il futuro». Una grande responsabilità per gli educatori, dai quali dipende il domani dei ragazzi: «Li prepariamo per i grandi orizzonti – domanda l’arcivescovo di Buenos Aires – o per l’orizzonte dell’angolo in cui per quattro soldi possono comprarsi il crack o qualcosa del genere?».

Sulla «proposta tenebrosa» della droga il cardinale Bergoglio ritorna più volta, definendola una «corruzione che arriva pesino a essere distribuita agli angoli delle scuole». Prioritario allora «difendere “il cucciolo” perché non si mercanteggia la luce con un piccolo lampione qualunque che lascia intorno degli spazi di buio». Ma le «tenebre» sono tante: «Le tenebre della mezza verità, la tenebra gnostica della sperimentazione con i ragazzi». Ancora, la tenebra «dell’abbandono: quanti ragazzi e ragazze abbandonati riceviamo nelle nostre aule! Mancanti di affetti, di dialogo, di allegria, che non sanno cosa significhi giocare con papà e mamma. La proposta della scorciatoia facile, della soddisfazione a portata di mano; la proposta dell’alcool, la proposta della droga». Opera di qui «mercanti delle tenebre», appunto, da cui il porporato mette in guardia i più giovani.

Agli adulti il cardinale indica il compito di «porre dei limiti», con l’attenzione però a fare in modo che «non siano un impedimento allo sviluppo di quell’altra inquietudine che mette in marcia, soffocando la speranza». Limiti costruttivi, non muri. «Vogliamo dei ragazzi “tranquilli” o “inquieti”?», scrive. I ragazzi «“fanno casino” e allora pensiamo a misure che mettano la camicia di forza alla spontaneità vitale degli studenti». Educare invece, è l’assunto del cardinale Bergoglio, è «una delle arti più appassionanti dell’esistenza e richiede permanentemente di allargare gli orizzonti, di ricominciare e mettersi in cammino in maniera rinnovata». Contro ogni rischio di assuefazione che «anestetizza il cuore perché non c’è capacità di quello stupore che ci rinnova nella speranza; non c’è spazio per l’identificazione del male e per lottare contro di esso». Al Signore dunque la richiesta di aiutare gli educatori a sconfiggere le «meschine paure interiori» che li possono attanagliare: «Ci schiaffeggi con la luce della sua grandezza».

20 maggio 2014

Potrebbe piacerti anche