Banche etiche, dialogo a livello europeo

Il ruolo di queste istituzioni al centro di una conferenza a Palma di Maiorca che coinvolge mondo bancario e istituzioni. L’importanza del credito alle imprese di Fabio Salviato

Oggi, 22 aprile, a Palma di Maiorca è in programma un’importante conferenza dal titolo “Le nuove sfide della Finanza etica”, dove sono presenti, oltre ai rappresentanti delle 23 banche socie della FEBEA (Federazione Europea Banche Etiche ed Alternative), europarlamentari, funzionari della Commissione Europea, rappresentanti della Banca Europea per gli Investimenti e del Fondo Europeo per gli Investimenti e molte altre reti ed organizzazioni sociali che si interessano anche di finanza etica. Un’occasione importante per fare il punto prima di tutto sulla crisi e per discutere su proposte e soluzioni possibili.

Gli onori di casa li fa la Caixa Colonya Pollença, la cassa etica delle Baleari, rimasta, assieme ad un’altra banca spagnola, in attività dopo che nel 2012 48 casse di risparmio spagnole sono “sparite”, cioè sono state costrette all’assorbimento da parte di qualche altra banca. Una crisi, quella spagnola, che fa scuola, tutta da capire nella sua dimensione che vede un incremento della disoccupazione continuo e costante.

Ma la Caixa Pollença ha diverse cose da comunicarci: oltre al fatto che gode di buona salute, che il radicamento sul territorio è importante, che la fiducia e l’ascolto nei confronti delle imprese sono importanti, che il rapporto con le istituzioni e le autorità aiuta a mantenere unito il tessuto sociale e solidale, che mettendo “tutti assieme” si riesce ad affrontare la crisi ed anche a trovare delle soluzioni originali ed efficaci. Turismo, artigianato, energie rinnovabili, agricoltura biologica e bio architettura possono fare di certi territori centri di innovazione e successo.

È anche per questo motivo che, oltre alle organizzazioni finanziarie della Comunità Europea, una delegazione del Parlamento Europeo ha deciso di essere presente, interessata a capire il “fenomeno” banche etiche, perché potrebbero essere gli elementi da sviluppare e sostenere.

Le banche etiche presentano le “buone pratiche”, cioè le iniziative che stanno ottenendo un certo successo. Sostengono un’economia leggera, compatibile con l’ambiente, ma soprattutto cercano di dare credito ad imprese e organizzazioni capaci di dare risposte concrete rispetto ai bisogni espressi da milioni di cittadini europei. Ad esempio, Coopest è una società finanziaria che sostiene lo sviluppo dell’agricoltura e delle piccole imprese nell’Est Europa. Coopmed è l’idea di sostenere le istituzioni di micro finanza e bancarie presenti nel bacino del Mediterraneo.

Ma anche il microcredito è uno strumento importante. Il FEI – Fondo Europeo per gli Investimenti – in particolare chiede una collaborazione più stretta proprio con le banche e le istituzioni etiche e solidali, per cercare di poter dare una risposta a milioni di microimprenditori che in Europa chiedono un “piccolo credito” spesso per attivare un’attività nuova ed innovativa. Si creano posti di lavoro, si sviluppano circuiti virtuosi, si esce dalla trappola della disoccupazione e dell’impossibilità di trovare nuove soluzioni.

Le proposte e l’attenzione ci sono, certo le Banche Etiche possono fare la loro parte soprattutto se le istituzioni nazionali sostengono le varie iniziative. In Italia, per quanto riguarda il microcredito, nonostante la modifica del Testo Unico Bancario avvenuta due anni fa, non si può avviare l’applicazione, perché mancano i decreti attuativi e questo penalizza molte organizzazioni non-profit che potrebbero “gestire” attività di microcredito.

È importante comunque che si sia attivato un dialogo, aperto e stimolante a livello europeo, c’è la sensazione che il problema è comune e che le soluzioni si potranno trovare solamente se si comincerà a ragionare assieme. Avanti dunque, la strada è tracciata, forse torneremo da Palma con qualche idea in più e con la fiducia nel fatto che tutti assieme potremo intraprendere quel percorso che comincerà a portarci fuori da una crisi dura e difficile.

22 aprile 2013

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