All’Argentina “La Commedia di Orlando”

Emanuela Giordano firma l’ennesima trasposizione dell’originale romanzo di Virginia Woolf. Nei panni del protagonista, che vive attraverso i secoli, l’ottima Isabella Ragonese di Toni Colotta

È appena approdato all’Argentina, come tappa di una lunga tournée, “La Commedia di Orlando” che Emanuela Giordano ha tratto liberamente da “Orlando” di Virginia Woolf, assumendone la regia. È l’ennesima trasposizione dall’originale romanzo biografico di fantasia che diede fama all’autrice nel 1929. Come il protagonista del racconto che trapassa, secoli dopo secoli, dal ’500 al ’900 sempre cambiando sesso e personalità, quest’opera è trapassata in varie forme d’espressione, che non tradivano l’assunto dell’autrice: l’immedesimazione nei propri personaggi in una disperata tensione stilistica, di sperimentazione spasmodica che ha finito per minarne la fragile psicologia, fino al suicidio nel 1941.

La stesura di “Orlando” è degli anni in cui Virginia poteva abbandonarsi «al puro diletto della farsa» (parole sue) che in realtà si stempera nell’ironia, nella ricerca di identità, forse di immortalità. Gli appassionati di cinema staranno riandando al ricordo di un film di Sally Potter del 1992, “Orlando” appunto, illuminante ben più di un meccanico trasferimento sullo schermo, con la splendida Tilda Swinton; seguito qualche anno dopo da un balletto con lo stesso titolo al Teatro dell’Opera incentrato su Carla Fracci. Per il teatro di parola è passato senza importanza nel 1980 il tentativo di fare della Woolf e dei suoi romanzi l’emblema di una rivolta contro il maschilismo dell’era vittoriana: assurdo e riduttivo per una scrittrice straordinaria i cui chiaroscuri la pongono all’altezza di un Joyce o di un Proust, oltre che discendente letteraria di Shakespeare per quel fremito cosmico in cui il tempo può restringersi e dilatarsi imprevedibilmente.

E veniamo all’occasione che ci ha portati a queste rievocazioni, lo spettacolo dell’Argentina. Il titolo «commedia» premesso dalla riduttrice all’originale denunzia già il suo obbiettivo: racchiudere nella dialettica di un leggero e vivace gioco scenico qualche scheggia di quel che fu – come scrisse Maura Del Serra – «un libro-messaggio e un libro-metafora, una fabula monodica e corale ironicamente, funambolicamente sfaccettata ma anche liricamente commossa». L’identità ambigua di Orlando è affidata all’avvenente Isabella Ragonese, attrice nota per gli exploits cinematografici, più volte premiata, qui alle prese con il precario equilibrio fra la natura maschile e la componente femminile che è in ognuno di noi. La affiancano Sara Biacchi, Claudia Cusmano, Laura Rovetti, Guglielmo Favilla, Andrea Gambuzzi, Fabrizio Odetto; una cura speciale è data alla ricchezza di scene e costumi da Giovanni Licheri e Alida Cappellini, mentre un’orchestra in scena esegue musiche originali.

7 maggio 2012

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