Doppia esposizione al Museo di Roma

Una monografica dedicata a Onorato Carlandi e una selezione di opere mai esposte dedicate ai ludi e alle cerimonie religiose in città tra il XVII e il XVIII secolo di Francesca Romana Cicero

Al Museo di Roma è stata inaugurata da pochi giorni una mostra che costituisce un chiaro esempio di perfetta consonanza tra sede espositiva e esposizione stessa. In continuità con l’esposizione permanente al primo piano del museo si snoda un percorso giocato su rimandi e corrispondenze che raccontano coralmente la città, con la sua storia, le sue piazze e gli scorci. Dipinti, disegni, incisioni e bozzetti, finora custoditi nei depositi, evocano la Roma dei ludi e delle cerimonie religiose tra XVII e XVIII secolo, esaltando la teatralità di certe cerimonie religiose e la bellezza di inedite vedute dei luoghi più famosi al mondo come il Campidoglio, Piazza Navona, Trastevere, il Gianicolo. È una rassegna esaustiva di raffigurazioni che ne celebrano lo sfarzo e la solennità dell’Urbe e, a un tempo, la quotidianità operosa della gente comune. A impreziosire l’esposizione il grande cartone preparatorio – con Salomone e Betsabea – realizzato dal Domenichino per uno degli affreschi nella cappella Bandini in San Silvestro al Quirinale; e i bozzetti in terracotta di angeli e santi realizzati poi in marmo nelle chiese romane ad opera dei grandi scultori dell’epoca, come Melchiorre Caffà, Pietro Le Gros, Gian Lorenzo Bernini.

Peccato che tale esposizione – allestita lungo le sale su pannelli verde tricolore – sia poco segnalata all’interno dello stesso museo: non solo non se ne dà alcun avviso all’ingresso, ma è anche priva di un pannello esplicativo d’apertura, che ne sottolinei la lodevole iniziativa. Il visitatore occasionale ha dunque l’impressione d’intraprendere il normale percorso espositivo.

Diversamente, al pian terreno, nei nuovi spazi espositivi ai quali – dopo l’apertura del suggestivo ingresso di piazza Navona – si accede dal cortile interno, ha degna visibilità una mostra monografica che rende omaggio a Onorato Carlandi (Roma 1848 – 1939), uno dei fondatori de “I XXV della Campagna Romana”, sodalizio artistico (di cui faceva parte anche Giulio Aristide Sartorio) che prediligeva ritrarre dal vero i paesaggi dell’agro romano o delle paludi pontine. Facilmente fruibili sia per i soggetti che per i colori tenui e vivaci che scherzano con la luce ora intensa ora tenue dei suoi paesaggi, nonostante la ripetitività dei temi, gli acquerelli di Carlandi denotano ancora quello «sguardo ingenuo e profondo» che li ha generati e che ne ha sempre costituito l’unicità. «Paesaggi sognati» – come ebbe a dire Francesco Sapori – nonostante l’aderenza al vero, resi più evanescenti dall’assenza o irrilevanza della presenza umana e dalla speciale fusione tra resti archeologici e natura, trionfatrice in bellezza e maestosità su quanto realizzato dall’uomo.

“In mostra al Museo di Roma opere mai esposte” e “Poesia della Natura. Acquerelli di Onorato Carlandi” c/o il Museo di Roma Palazzo Braschi, ingresso da piazza Navona, 2 e da piazza San Pantaleo, 10. Fino al 3 luglio 2011 la mostra di Carlandi; fino al 2 ottobre 2011 la speciale esposizione. Curatori: Maria Elisa Tittoni, Maria Catalano e Cinzia Virno. Catalogo: Gangemi editore. Orari: dal martedì alla domenica dalle 10 alle 20; la biglietteria chiude un’ora prima. Chiuso il lunedì. Biglietto: integrato museo + mostra: intero 9 euro; ridotto 7 euro. Informazioni: 060608 (tutti i giorni dalle 9 alle 21).

3 maggio 2011

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