Un Pontificato nel segno della Divina Misericordia

La testimonianza del rettore della chiesa di Santo Spirito in Sassia, centro di spiritualità destinato a far conoscere meglio il vero volto di Dio Il messaggio di suor Kowalska, canonizzata dal Pontefice polacco di Jozef Bart *

Giovanni Paolo II – il prossimo 1° maggio beato – sarà ricordato e venerato dagli uomini come il Papa della Divina Misericordia, come il Papa dell’affidamento totale a Gesù Misericordioso. È infatti da questo affidamento che è scaturito quel grido che ha aperto il suo lungo Pontificato, «Non abbiate paura! Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo», indicando nella Divina Misericordia il sicuro appoggio per ogni uomo e la luce della speranza.

Nell’enciclica «Dives in Misericordia», il Papa scriveva: «La Chiesa deve considerare come uno dei principali doveri quello di proclamare e di introdurre nella vita il mistero della misericordia, rivelato in sommo grado in Gesù Cristo» (v. 14). Tutto il Pontificato di Giovanni Paolo II fu nel segno della Divina Misericordia. Questo segno l’abbiamo colto nella sua stessa morte, la sera del 2 aprile 2005. Il Signore chiamò a sé il suo servo fedele proprio la sera in cui la Chiesa celebrava i primi vespri della domenica della Divina Misericordia. Quel giorno coronò tutta la vita del Papa, grande apostolo della Divina Misericordia, predicata instancabilmente a tutto il mondo e certamente chiave primaria del suo Pontificato.

Durante la visita al Santuario della Divina Misericordia, a Cracovia, il 7 giugno 1997, il Papa stesso svelò il suo stretto legame con il messaggio della Divina Misericordia: «Il messaggio della Divina Misericordia mi è sempre stato vicino e caro. È come se la storia lo avesse iscritto nella tragica esperienza della seconda guerra mondiale. In quegli anni difficili esso fu un particolare sostegno e una inesauribile fonte di speranza, non soltanto per gli abitanti di Cracovia, ma per la nazione intera. Questa è stata anche la mia esperienza personale, che ho portato con me sulla Sede di Pietro e che, in un certo senso, forma l’immagine di questo Pontificato», ed ancora, aggiunse, di essere convinto che «di nulla l’uomo ha bisogno quanto della Divina Misericordia».

Il primo grande appuntamento che il venerato Papa ci ha dato con la Divina Misericordia fu il 18 aprile 1993, quando beatificò suor Maria Faustina Kowalska, grande apostola della Divina Misericordia, il cui messaggio può essere considerato, disse il Pontefice, «un grido profetico a tutto il mondo». Nell’occasione, Giovanni Paolo II prese di persona la decisione di destinare la chiesa di Santo Spirito in Sassia al culto della Divina Misericordia. Ad essa il 23 aprile 1995, donò la grande immagine di Gesù Misericordioso: fu un grande impulso alla diffusione del culto in Roma ed in Italia. Ma la centralità della Divina Misericordia nel Magistero di Giovanni Paolo II ha trovato il momento più forte durante il grande Giubileo in occasione della canonizzazione della beata, il 30 aprile 2000. Disse: «Mediante quest’atto intendo trasmettere questo messaggio al nuovo millennio. Lo trasmetto a tutti gli uomini perché imparino a conoscere sempre meglio il vero volto di Dio e il vero volto dei fratelli», e volle che la seconda domenica di Pasqua venisse consacrata alla Divina Misericordia. Disse ancora il Papa: «È importante che raccogliamo per intero il messaggio che ci viene in questa domenica che d’ora innanzi in tutta la Chiesa prenderà il nome di Domenica della Divina Misericordia». Poi, con un gesto sommamente profetico, in occasione della dedicazione del Santuario della Divina Misericordia a Cracovia, il 17 agosto 2002 volle consacrare il mondo intero alla Divina Misericordia e invitò la Chiesa tutta ad avere la «fantasia della misericordia».

Giovanni Paolo II, che ha fatto di questo messaggio l’esperienza quotidiana della sua vita, volle proporlo a tutta l’umanità: «Bisogna tramandare al mondo il fuoco della misericordia. Nella misericordia di Dio il mondo troverà la pace e l’uomo la felicità». La decisione di Papa Benedetto XVI di beatificare il venerato predecessore nella Domenica della Misericordia è la conferma che Giovanni Paolo II è il grande e instancabile apostolo della Divina Misericordia. La sua grande eredità spirituale ci chiede di spalancare le porte dei cuori, dei nostri ambienti di vita e delle nazioni al dono della Divina Misericordia.

* rettore di Santo Spirito in Sassia, Centro di spiritualità della Divina Misericordia in Roma

28 marzo 2011

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