“La ChiaraStella”, canti natalizi con Sparagna

All’Auditorium Parco della Musica i più famosi canti natalizi della tradizione, soprattutto del Nord, elaborati per l’Orchestra Popolare Italiana di Concita De Simone

Il progetto, diventato ormai un appuntamento fisso di questi tempi, è firmato da Ambrogio Sparagna, che, nel repertorio, ha voluto brani provenienti da varie regioni italiane con particolare attenzione, quest’anno, all’area del Nord. Per esaltarne la naturalezza Sparagna li ha affidati all’interpretazione originale di alcune voci provenienti da varie parti d’Italia, fra cui spicca Maria Moramarco, grande interprete del repertorio delle Murge (Altamura, in provincia di Bari), Gabriella Gabrielli, specializzata nei repertori dell’area orientale (Friuli, Istria) e Dario Marusic, interprete della minoranza di lingua italiana, istriana e dalmata. Altri protagonisti delle serate sono una serie di “alberi di canto” della tradizione popolare italiana fra cui Orlando Mascia, straordinario virtuoso di launeddas sarde.

Per l’occasione l’Orchestra Popolare Italiana si dota di strumenti “a bordone” tipici, come la ghironda, e di un Quintetto di zampogne dove spicca il suono maestoso della Zampogna gigante: uno strumento di grandi proporzioni (alto circa due metri), diffuso nel Regno di Napoli a partire dal XVIII secolo allo scopo di accompagnare con il suo timbro grave, così simile a quello dell’organo, i canti introdotti da Alfonso Maria de Liguori.

E poi, come vuole ormai la tradizione, ci sono gli ospiti canori del panorama jazz o leggero. Dopo Ron e Peppe Servillo (tornato anche ieri sera, 5 gennaio), è stata la volta di Patrizia Laquidara (sempre ieri); Javier Girotto, atteso per il giorno dell’Epifania, purtroppo sarà a casa con gli orecchioni, mentre sul palco dell’Auditorium, ci sarà un coro di 50 elementi che hanno partecipato al laboratorio di canto corale di Annarita Colajanni, tenutosi in questi giorni.

Intervistiamo Ambrogio Sparagna mentre si scalda con qualche sprazzo di sole al bar dell’Auditorium, dove si trova per le prove dei concerti che lo tengono impegnato in queste sere.

Come hai pensato ai canti del Nord Italia?
C’ho pensato perché l’Italia è un Paese con una ricchezza eccezionale. Credo anche che nel panorama europeo, siamo gli unici ad avere questa varietà, da Nord a Sud. Quest’anno iniziamo dal profondo Nord, con un canto friulano “Stami atent”, in origine eseguito dai cantastorie, che racconta il mistero della natività. Poi c’è un canto della questua che si svolge ancora nell’area del Bresciano, che ha un testo sostanzialmente identico a un brano del Sud e l’analogia dipende dall’opera dei padri missionari che, all’inizio dell’800, hanno esportato i testi.
È una caratteristica della musica popolare: nei vari repertori regionali si trovano testi identici ma cambiano le melodie. Quest’anno eseguiamo anche varie filastrocche lombarde. La filastrocca è un mezzo espressivo spesso usato per evangelizzare in maniera semplice. Anticamente questi brani venivano usati per accompagnare lo svago giornaliero e spesso avevano dei motivi religiosi; non erano legati solo al Natale, cioè si cantava di Gesù Bambino tutto l’anno.

Ora noi li associamo solo al Natale…
Non sempre. Ad esempio il titolo del mio spettacolo, la “ChiaraStella”, è ripreso dal titolo di un canto di questua che viene ancora fatto in Veneto. Sono convinto che se si sono conservati così tanti canti popolari è perché c’è un uso ricorrente che ne permette la continuità.

Come scegli gli ospiti che porti sul palco dell’Auditorium?
Scelgo artisti che hanno il cuore semplice. Da noi vige il detto “Quello che abbiamo ti diamo”, come dicono anche le nostre canzoni. È una grande festa ogni volta. Tengo a dire che l’Auditorium ci sta aiutando molto e, in un momento in cui le Orchestre chiudono, il fatto di permettere anche a tanti giovani di suonare non è cosa da poco. Nell’Orchestra Popolare Italiana, che dirigo, ci sono soprattutto giovani, che arrivano da ogni parte d’Italia. Il più piccolo è Eliseo Masca, 18 anni appena compiuti, di Maracalagonis (Ca), virtuoso di launeddas, poi c’è Federico Laganà di Santa Maria di Leuca, virtuoso di tamburelli.

Dal concerto dello scorso anno è stato tratto un live: ormai avete completamente “sdoganato” il genere natalizio…
Diciamo che non mi sento più un “capitano coraggioso” e il fatto di essere istituzionalizzati mi gratifica e mi spinge ad andare avanti. “La ChiaraStella Live at Auditorium Parco della Musica 2008” (registrato nel gennaio 2008), è il primo disco di Natale delle tradizioni popolari italiane con Peppe Servillo, Fausto Mesolella, Mimmo Ciaramella, Simone Cristicchi; ascoltandolo si scopre un repertorio altrimenti sconosciuto. E, dopo il 6 gennaio, mi metto a lavorare al progetto per il 1° maggio con i canti tradizionali del lavoro.

6 gennaio 2009

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