Preghiera ecumenica per le vittime dei viaggi verso l’Europa

Si svolgerà giovedì 19 nella basilica di Santa Maria in Trastevere e sarà presieduta dal cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti e itineranti

Una preghiera ecumenica “In memoria delle vittime dei viaggi verso l’Europa”, ossia dei migranti in fuga da guerre e povertà che perdono la vita durante i viaggi in mare o alle frontiere. A proporla, il 19 giugno a Roma nella basilica Santa Maria in Trastevere, sono l’associazione Centro Astalli, la Comunità di Sant’Egidio, la Federazione Chiese evangeliche in Italia, la Fondazione Migrantes e la Caritas italiana. L’ultima tragedia del mare è avvenuta ieri a 50 km a sud di Malta: 28 i somali tratti in salvo, almeno sei i dispersi, tra cui dei bambini.

«Le morti documentate dai media sono aumentate negli ultimi mesi – ricordano i promotori della veglia, che si svolgerà alle 18.30 e sarà presieduta dal cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti ed itineranti -. Mentre l’Italia si appresta a decidere misure legislative riguardanti gli stessi rifugiati, è prioritario richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica su storie di uomini, donne e bambini che all’Europa chiedono solidarietà, senza essere considerati semplicemente dei clandestini. Dimenticare, rimuovere, rassegnarsi alla normalità delle tragedie dell’immigrazione vuol dire lasciare morire una seconda volta chi è morto nella speranza di arrivare in Europa».

Gli organizzatori ricordano che «dimenticare, rimuovere, rassegnarsi alla normalità delle tragedie dell’immigrazione vuol dire lasciare morire una seconda volta chi è morto nella speranza di arrivare in Europa”. Parteciperanno le comunità e le associazioni di immigrati, rifugiati e del volontariato. Secondo “Fortress Europe”, dal 1988 ad oggi sono stati 12.200 i morti alle frontiere, di cui 4.384 dispersi. Dimenticare, rimuovere, rassegnarsi alla normalità delle tragedie dell’immigrazione vuol dire lasciare morire una seconda volta chi è morto nella speranza di arrivare in Europa.

17 giugno 2008

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