Ara Pacis, in mostra vita e opere di Claudio

Immagini e suggestioni visive e sonore per conoscere la personalità, l’operato politico e amministrativo del quarto imperatore romano. Fino al 27 ottobre

La multimedialità al servizio della storia. Grazie a un allestimento originale la mostra all’Ara Pacis dedicata all’imperatore Claudio è fruibile da un vasto pubblico. Modernità e antico convivono sobriamente e consentono, non solo agli appassionati di storia o alle scolaresche, ma anche al visitatore occasionale, di sfogliare idealmente le pagine di un libro di storia senza esserne annoiati, nonostante la monotematicità prescelta.

Il percorso si apre con la genealogia dell’imperatore ricostruita anche mediante i volti dei parenti più prossimi e più noti. Dalla fonte storica “Le vite dei Cesari” di Svetonio, si scopre il timore dei familiari che Claudio “potesse attirare gli sguardi del popolo” e la conseguente scelta di tenerlo lontano dalla vita pubblica. Del resto, sua madre Antonia diceva spesso che la natura lo aveva lasciato “incompiuto” e, quando voleva dare a qualcuno dello stupido, lo paragonava al figlio.

Eppure il nipote di Augusto, successore di Caligola inviso al popolo per tirannia e stravaganze, sebbene provato da giovane nel fisico da diverse malattie, era un uomo colto, che scrisse una Storia degli Etruschi di cui volle apprenderne la lingua, e una Storia di Cartagine e di Roma, a partire dall’età monarchica. Ucciso Caligola, imposto imperatore dai pretoriani (la guardia personale del Principe, creata da Augusto), forse perché ritenuto manovrabile, Claudio regnò con equilibrio, fregiandosi del solo titolo di padre della patria e del popolo.  L’imperatore, ritratto dagli storici mentre tremante si nasconde dietro una tenda dopo l’uccisione di Caligola, temendo per la propria vita – fatto raffigurato in un dipinto di Debaylebaile del 1806 – seppe tuttavia assicurarsi il favore dell’esercito, elargendo a ciascun soldato un donativo di 15000 sesterzi per celebrare la sua acclamazione.

Augusto dubitava delle sue attitudini politiche, preferendogli il fratello Germanico, ma Claudio, non potendo contare sul Senato (in mostra la Tabula su cui è impresso il discorso del ’48), istituì il centralismo, attuando delle riforme, estendendo il diritto di cittadinanza alle province, circondandosi dei liberti, più controllabili dei cavalieri e senatori, e promuovendo opere pubbliche. La mostra dà conto anche del rafforzamento ed estensione dei confini dell’impero con le conquiste in Africa Britannia e Giudea.

La sezione conclusiva è incentrata sulla corruzione degli ambienti di corte, che forse lo portarono alla morte, a 62 anni. Dopo due divorzi e aver fatto uccidere la sua terza moglie Messalina, donna dai costumi licenziosi, Claudio forse fu avvelenato dalla quarta moglie, la nipote Agrippina, sorella di Caligola, che lo aveva costretto ad adottare e designare come suo successore Nerone, figlio di un precedente matrimonio. Tra gli storici è ancora aperto il dibattito sulle cosiddette “donne dei Cesari”, ovvero se nella storiografia imperiale i comportamenti immorali sarebbero stati descritti solo per screditare l’impero attraverso la degenerazione dei costumi o per evidenziare una presunta emancipazione femminile (ipotesi che trova prova credito). Nonostante il tragico rapporto con le mogli Messalina e Agrippina e le controverse vicende della dinastia giulio-claudia, alla sua morte Claudio fu divinizzato.

“Claudio imperatore. Messalina, Agrippina e le ombre di una dinastia” c/o Museo dell’Ara Pacis Lungotevere in Augusta. Fino al 27 /10/2019. Curatori: C. Parisi Presicce, O. Rossini e L. Spagnuolo  Orari :Tutti i giorni ore 9.30 – 19.30.Biglietto “solo mostra” – € 11,00 biglietto intero; – €   9,00 biglietto  ridotto; – € 22,00 biglietto speciale Famiglie (2 adulti più figli al di sotto dei 18 anni). Catalogo: L’Erma di Bretschneider. Info mostra: 060608

14 giugno 2019